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Siria: Opac, 60 giorni per distruggere gas. Damasco, sventati 2 attacchi

Undp, metà popolazione in povertà, indietro di 35 anni

09 gennaio 2014, 18:52

Redazione ANSA

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Autobomba in provincia Hama uccide almeno 16 persone © ANSA/EPA

Autobomba in provincia Hama uccide almeno 16 persone © ANSA/EPA
Autobomba in provincia Hama uccide almeno 16 persone © ANSA/EPA

(ANSAmed) - ROMA - Il responsabile del governo siriano in seno all'Opac ha denunciato due tentati attacchi contro siti di stoccaggio di armi chimiche, uno nei pressi di Damasco, l'altro nei pressi di Homs. Lo riferisce un diplomatico europeo, che ha voluto restare anonimo, citato dal New York Times.

Ci vorranno circa 60 giorni per distruggere gli agenti chimici più pericolosi dell'arsenale siriano, una volta che saranno a bordo della nave Usa Cape Ray incaricata dell'operazione. Lo apprende l'ANSA da fonti dell'Opac. Potrebbero essere così rispettati i tempi del piano Onu-Opac che prevede la distruzione dei gas "di priorità 1" (tra cui il Sarin e l'iprite) entro la fine di marzo, e dei restanti materiali chimici entro giugno.

La nave danese Ark Futura ha cominciato due giorni fa nel porto di Latakia il carico degli agenti più pericolosi e attende di poter completare l'operazione in alcune settimane, man mano che le armi chimiche raggiungeranno il porto siriano. L'Opac ha incoraggiato le autorità siriane a proseguire nel trasporto sul terreno verso Latakia degli agenti chimici, sottolineando l'importanza di rispettare i tempi previsti.

L'Opac ha intanto indetto indetto una gara d'appalto internazionale per il trasporto, il trattamento e lo smaltimento degli agenti meno pericolosi dell'arsenale siriano, nel quadro del piano Onu-Opac per il disarmo chimico della Siria. Il bando, pubblicato sul sito dell'Opac, è rivolto a industrie chimiche civili in grado di smaltire agenti (quali 2-cloroetanolo, butano, metanolo, e altri). Le sostanze chimiche saranno sbarcate al porto più vicino all'impianto di smaltimento vincitore dell'appalto.

La gara, che si apre il 19 gennaio, sarà finanziata da contributi nazionali, oppure dal trust fund destinato al piano di distruzione delle armi chimiche siriane che al momento ha raccolto 11,8 milioni di euro.

La nave Usa Cape Ray, che ha l'incarico di distruggere parte dell'arsenale chimico siriano, "sarà nel Mediterraneo tra il 23 e il 26 gennaio", ha affermato alla Cnn il capo della missione Onu-Opac Sigrid Kaag. L'Italia ha messo a disposizione un porto per il trasbordo delle armi dalla nave danese Ark Futura, che li trasporterà da Latakia all'americana Cape Ray.

Il 7 gennaio il mercantile danese ha effettuato un primo carico di agenti chimici e attende in acque internazionali di poter completare l'operazione.

Ma intanto la guerra civile in Siria ha annullato i risultati raggiunti per lo sviluppo umano negli ultimi 35 anni, facendo sì che 12,6 milioni di persone, pari alla metà della popolazione, viva in povertà. Lo ha sottolineato il Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) durante una conferenza di Paesi donatori e Paesi ospitanti profughi siriani in corso ad Amman.

Circa 6,5 milioni hanno dovuto lasciare le loro case e 9,3 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria. Circa 2,3 milioni di siriani, sottolinea l'Undp in un comunicato, hanno dovuto fuggire dal Paese, riversandosi soprattutto nei confinanti Libano, Giordania, Turchia e Iraq.

Oltre l'80 per cento di essi non vivono in campi per i rifugiati ma tra la popolazione, provocando un severo impatto sulla tenuta socio-economica delle comunità ospitanti. Le conseguenze più gravi si registrano sull'erogazione dei servizi quali l'elettricità, sui sistemi sanitario e scolastico e sugli alloggi. L

'incontro di Amman, a cui partecipano rappresentanti provenienti da 18 Paesi, si svolge in vista della seconda conferenza dei Paesi donatori della Siria, in programma in Kuwait il 15 gennaio. In quella sede l'Undp chiederà ulteriori finanziamenti per 166 milioni di dollari: 45 milioni per la Siria, 56 per il Libano, 32 per la Giordania, 11 per l'Iraq e 23 per la Turchia. Tuttavia il ministro per la Pianificazione economica giordano, Ebrahim Sayef, ha detto che Amman ha bisogno di 2,4 miliardi di dollari di finanziamenti per far fronte all'emergenza, dovendo ospitare da sola circa un milione di rifugiati.(ANSAmed).

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