(ANSAmed) - ROMA - Israele ha mostrato un "cinico disprezzo" per la vita umana "uccidendo decine di civili palestinesi, bambini compresi, negli ultimi tre anni in Cisgiordania". Lo ha dichiarato Amnesty International nel suo ultimo rapport, pubblicato oggi.
La relazione dal titolo "Trigger Happy: l'uso sproporzionato della forza da parte di Israele in Cisgiordania", nelle sue 87 pagine descrive, si legge sul sito internet dell'organizzazione, "il crescente spargimento di sangue e delle violazioni dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati, a seguito di un utilizzo da parte dell'esercito israeliano, dal gennaio 2011, di forza inutile, arbitraria e brutale contro i palestinesi". "Il rapporto presenta prove che dimostrano uccisioni e lesioni ingiustificate nei confronti di civili palestinesi da parte delle forze israeliane in Cisgiordania", ha dichiarato Philip Luther, direttore di Amnesty International per Medio Oriente e Nord Africa. "Le forze israeliane - spiega ancora Amnesty - hanno ripetutamente violato i loro obblighi derivanti dal diritto internazionale sui diritti umani con un uso eccessivo della forza per soffocare il dissenso e la libertà di espressione, con uccisioni illegali e lesioni a civili". Immediata la risposta da Israele. Amnesty International "ignora completamente la sostanziale crescita della violenza palestinese cominciata l'anno scorso" e mostra "una totale mancanza di comprensione per le sfide operative poste alle forze armate", ha dichiarato l'esercito israeliano. Fatti - ha continuato l'organizzazione - che possono costituire "crimini di guerra". Il 2013 - ha spiegato l'esercito - ha registrato "un notevole aumento nel lancio di pietre, mettendo a rischio in modo grave la vita di civili e militari,e 132 israeliani sono stati feriti in un anno solo, circa il doppio dell'anno precedente. Inoltre, "nel 2013 ci sono stati 66 attacchi terroristici che includono sparatorie, il piazzamento di ordigni esplosivi, attacchi con armi e il rapimento con assassinio di un soldato". L'esercito ha ricordato che il suo intervento in Cisgiordania mira a contenere "la violenza iniziata da parte palestinese" e che prima sono usati sistemi "di dispersione" e poi, una volta che "la vita umana è minacciata", è autorizzato l'uso delle munizioni.
Intanto oggi un palestinese e' stato ucciso a Bir Zeit nei pressi di Ramallah in Cisgiordania nel corso di un'operazione dell'esercito israeliano. "Un esempio delle violenze perpetrate quotidianamente verso il nostro popolo", ha commentato il portavoce del governo dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Ihab Bazzezo. Secondo i media israeliani e palestinesi un gruppo di poliziotti israeliani in borghese avrebbe tentato di arrestare un palestinese affiliato al Fplp (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina), Muatazz Washasa, 22 anni, "sospettato" da Israele "di voler pianificare operazioni terroristiche" e rifugiatosi nella sua casa a Bir Zeit. La polizia, coadiuvata da reparti dell’esercito, avrebbe cominciato a demolire con un buldozer l’abitazione dove il giovane si e' asserragliato rifiutando di arrendersi alle forze di sicurezza. Sarebbe anche stato adoperato - secondo gli stessi media - un razzo anticarro per stanare il sospetto, trovato poi morto per ferite alla testa. Nel raid sono stati arrestati altri due sospetti consegnati allo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno di Israele. L’esercito ha dichiarato di aver trovato nell’abitazione un’arma da fuoco.(ANSAmed).
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