(di Alberto Zanconato) (ANSAmed) - BEIRUT - Il porto di Gioia Tauro potrebbe ricevere a partire dalla fine di aprile le armi chimiche che il regime siriano ha cominciato a consegnare a ritmo più sostenuto negli ultimi giorni. Già il 25% del materiale è stato caricato sulle navi che dovranno portarlo via dalla Siria, secondo quanto riferito oggi all'ANSA da fonti dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac). Ma se Damasco sembra intenzionato a rispettare su questo versante i suoi impegni con la comunità internazionale, il bagno di sangue in Siria non si arresta: a tre anni dall'inizio della crisi, il conflitto civile ha visto almeno 140.000 morti, secondo cifre dell'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). Le forze del regime hanno continuato oggi i bombardamenti su regioni controllate dai ribelli, in particolare su Yabrud, a nord di Damasco, e su Aleppo, dove, secondo la stessa fonte, elicotteri governativi hanno sganciato anche diversi barili-bomba.
Sull'altro fronte, a Homs, almeno 12 persone sono morte e una ventina sono rimaste ferite da un' autobomba esplosa nel "quartiere armeno", abitato da cristiani e alawiti, secondo quanto riferito da attivisti sul posto. Con l'accordo favorito dalla Russia per lo smantellamento dell'arsenale chimico, Assad aveva sventato lo scorso settembre un attacco americano, dopo che un bombardamento con i gas aveva provocato centinaia di morti in sobborghi di Damasco controllati dalla ribellione. Le fonti dell'Opac hanno precisato che ieri un nuovo carico di agenti chimici, il sesto dall'inizio dell' operazione, è stato imbarcato sui cargo danese Ark Futura e norvegese Taiko, portando a circa il 25% del totale il materiale consegnato da distruggere fuori dalla Siria. In particolare, il 15% di agenti di priorità 1 (i più pericolosi che saranno distrutti a bordo della nave Usa Cape Ray dopo il trasbordo a Gioia Tauro) e il 51% di quelli di priorità 2. La Siria ha inoltre distrutto sul proprio territorio, come previsto, il 93% di isopropanolo, un agente chimico "poco pericoloso e facilmente annientabile". Ma all'orizzonte non si intravedono possibilità di soluzione diplomatica del conflitto, dopo il sostanziale fallimento dei colloqui di pace tenuti a Ginevra tra gennaio e febbraio. Le forze lealiste continuano la loro offensiva per cercare di conquistare Yabrud, nella regione montagnosa del Qalamun al confine con il Libano, per interrompere l'afflusso di armi e miliziani verso gli insorti da regioni libanesi solidali con la ribellione. Non meno di otto raid aerei sono stati contati oggi dall'Ondus intorno alla cittadina siriana. Mentre, oltre alla carneficina provocata dall'attentato a Hama nel quartiere controllato dalle forze governative, altre cinque persone sono morte e 20 ferite dall'esplosione di un camion-bomba a Hama vicino ad una sede dei servizi di Intelligence dell'esercito.
Gli scontri, intanto, sono ripresi anche nel campo palestinese di Yarmuk, nel sud di Damasco, dopo una tregua di alcune settimane per la distribuzione di aiuti umanitari a migliaia di civili intrappolati dai combattimenti. Un uomo è stato ucciso ieri in un bombardamento governativo, secondo l'Ondus. (ANSAmed).
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