(di Virginia Di Marco) (ANSAmed) - ROMA - L'impresa è di quelle che sembrano impossibili finché non diventano vere. Ventimila miglia di navigazione - vale a dire: circa metà del giro del mondo - tra Mediterraneo, Mar Nero e Mar Rosso settentrionale, in cinque anni, a impatto zero. Tutto auto-finanziato. E' stato presentato a Roma "Progetto Mediterranea", una "spedizione nautica culturale e scientifica", come stampato anche sulle magliette blu dei membri dell'equipaggio, presenti all'evento. Fautore numero uno di questa iniziativa è Simone Perotti, genovese di origine, ex dirigente d'azienda, oggi lupo di mare a tempo pieno, ma anche scrittore e scultore.
"Il due alberi Mediterranea, una barca a vela di 60 piedi - ha spiegato -, salperà il 17 maggio da San Benedetto del Tronto, e per cinque anni navigherà per i tre continenti europeo, asiatico e africano, con tre obiettivi. Il primo è nautico: un percorso del genere non è mai stato fatto, riporteremo all'attualità i valori della marineria, una grande e antica tradizione del nostro Paese, che sembriamo avere dimenticato". Il secondo obiettivo è scientifico. "Abbiamo accordi con istituti di ricerca e università, italiani e internazionali: di fatto, la nostra barca è diventata un laboratorio galleggiante.
Utilizzeremo questi cinque anni di navigazione per fare rilievi, segnalazioni, osservazioni. Raccoglieremo e invieremo una grande quantità di dati seguendo precisi protocolli scientifici".
Tra le collaborazioni accademiche, figura, ad esempio, quella con l'Università del Salento, la quale ha lanciato la campagna "Occhio alla Medusa", ovvero un monitoraggio del macro zooplacton gelatinoso. In altre parole, si tratta di realizzare un censimento delle meduse presenti nelle nostre acque.
Mentre, in collaborazione con l'ateneo di Siena, verranno monitorati i rifiuti di plastica che inquinano il Mediterraneo, avvelenando la catena alimentare (progetto 'Plastic Busters').
Ma l'obiettivo forse più ambizioso di "Mediterranea" e del suo equipaggio di sognatori con i piedi ben piantati per terra è quello politico-culturale. "Siamo convinti che si ponga oggi un grande tema: gli Stati Uniti del Mediterraneo. Perché Paesi che dialogano nel bene e nel male da millenni non sono uniti da un destino comune anche politico? E' venuto il momento di riproporre la questione. In quest'epoca di grandissima crisi economica e culturale, occorre tornare a fare ricorso al pensiero del Mediterraneo, che nella storia dell'uomo ha occupato una posizione centrale. In questi cinque anni toccheremo 29 Paesi e faremo scalo in tutto in 100 centri costieri: in ciascuno resteremo circa un paio di mesi per incontrare intellettuali, scrittori, filosofi, artisti, giornalisti. In altre parole, le migliori teste del Mediterraneo con cui riusciremo a entrare in contatto. Lo scopo è quello di mettere insieme un coro di voci mediterranee, che rilanceremo attraverso i media. Navigheremo lenti alla ricerca di risposte".
Tra i primi a "salire a bordo", accettando l'invito di Perotti e della sua squadra, lo scrittore greco Petros Markaris e il direttore artistico del Teatro Nazionale greco, Sotiris Chatzakis (la Grecia è la prima tappa della spedizione).
(ANSAmed).
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