(ANSAmed) - ROMA, 20 AGO - La tregua a Gaza si è dissolta:oggi almeno 175 razzi sono caduti su Israele, e nei raid ordinati in risposta dal governo israeliano sono morte da ieri almeno 20 persone.
Intanto si è appreso che l'attentato israeliano di ieri al comandante militare di Hamas Mohammed Deif è fallito: lo ha prima lasciato intendere implicitamente il braccio armato di Hamas, Brigate Ezzedin al-Qassam, pubblicando un comunicato in cui afferma che un eventuale stop al lancio dei razzi, condizione affinché ''gli israeliani sfollati dal Neghev possano rientrare nelle loro abitazioni, ci potrà essere solo su decisione del comandante Deif''. Il portavoce del braccio armato di Hamas, Abu Obeida ha ribadito in serata che "Mohammed Deif è vivo e continua a dirigere il braccio armato di Hamas. ''Sara' alla guida dell' esercito che libererà Gerusalemme''. Secondo l'americana Fox News, che cita fonti israeliane, Deif è invece morto nel raid aereo che ha ucciso la moglie e la figlia. Nell'attacco alla sua casa sono morte sei persone, tra cui sua moglie ed una figlia.
Proseguono con insistenza i lanci di razzi da Gaza verso il Sud di Israele. Finora, secondo l'esercito israeliano, sono stati sparati mercoledì da Gaza almeno 175 razzi verso Israele. Dall'inizio del conflitto ne ha lanciati 3.700. In parte sono stati intercettati, mentre gli altri sono caduti in aree non abitate. Le zone piu' bersagliate sono le citta' di Ashdod e di Ashqelon e gli insediamenti ebraici vicini alla Striscia. In ampi settori del sud d'Israele le sirene risuonano a ripetizione, costringendo la popolazione a cercare precauzionalmente riparo nei rifugi. Il premier Benyamin Netanyahu ha convocato il Gabinetto di difesa a Tel Aviv. Nel sud di Israele lo stato di allerta e' stato elevato nel timore di infiltrazioni di miliziani di Hamas: dal mare o da tunnel offensivi sotto i reticolati di confine che potrebbero non essere stati ancora identificati dall'esercito israeliano. Hamas intende colpire sistematicamente l'aeroporto di Tel Aviv, ha anche avvertito il portavoce Abu Obeida.
Hamas ha subito il "colpo più forte dalla sua fondazione", ha detto il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, precisando che a Gaza l'esercito ha ucciso "molte centinaia di terroristi". L'operazione israeliana a Gaza non è ancora conclusa: "Si tratta di una campagna che continua nel tempo", ha detto Netanyahu, rilevando poi che la lotta al terrorismo "può anche durare anni".
Secondo quanto scrive l'agenzia di stampa palestinese Maan, sulla base di informazioni di fonti mediche locali, venti palestinesi sono rimasti uccisi a Gaza dal fuoco israeliano da quando e' crollata la tregua con Hamas. A questo conteggio potrebbe dover essere aggiunti due cugini adolescenti morti nel ultime 24 ore. L'Egitto ha intanto rivolto un appello a Israeliani e Palestinesi affinché entrambi tornino al tavolo negoziale mediato dal Cairo nei giorni scorsi e ha espresso "profondo rincrescimento" per la rottura della tregua nella Striscia di Gaza. Ma secondo il quotidiano manarabo Al Hayat, "il Qatar vuole sedere al tavolo negoziale indiretto tra israeliani e palestinesi" e ha "minacciato Khaled Meshaal (il leader politico di Hamas in esilio) di essere espulso da Doha" se avesse accettato l'intesa mediata dall'Egitto. Al Hayat - considerato vicino ai sauditi - cita anonime fonti di Fatah in seno alla delegazione palestinese al Cairo. A Doha è atteso oggi l'arrivo del presidente palestinese Abu Mazen, che domani dovrebbe incontrare sia l'emiro sia il leader di Hamas, per poi volare al Cairo, dove sabato vedrà il presidente Sisi.
Ed è tragico il bilancio della guerra a Gaza. Secondo Save the Children, sono più di 450 i bambini uccisi dagli attacchi israeliani nella Striscia, dall'inizio delle ostilità. Per l'ong il fallimento dei negoziati fra israeliani e palestinesi rappresenta un passo indietro, tragico per i bambini e i civili che rimangono intrappolati nel fuoco incrociato, e mentre si stimano in più di 370.000 i bambini che hanno bisogno di sostegno psicologico ed emotivo urgente, le organizzazioni umanitarie non possono rispondere a queste esigenze nel modo più adeguato finché non ci sarà un cessate il fuoco concordato e permanente. (ANSAmed).
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