I combattimenti si sono concentrati ancora su Bengasi, città che fu culla della rivoluzione contro Muammar Gheddafi, oggi contesa dai jihadisti vicini all'Isis (Stato islamico) e dalle forze di Haftar che nei giorni scorsi ne hanno ripreso in parte il controllo. E a Derna, ancora più a est, città dall'islam più radicale dove nelle scorse settimane è stato decretato un califfato. Secondo fonti militari libiche, almeno 40 jihadisti sono rimasti uccisi nelle ultime 24 ore nei bombardamenti aerei.
Alcuni di loro sono morti carbonizzati o sepolti dalle macerie di edifici centrati dai raid. Fonti mediche parlano invece di 75 morti negli ultimi 5 giorni di scontri e bombe, che non avrebbero risparmiato i civili.
Il governo ha inoltre ordinato all'esercito di dirigersi verso Tripoli per liberarla dai gruppi armati e nel farlo ha chiesto ai giovani della capitale di rivoltarsi contro le milizie e dare man forte alle forze armate.
A suggellare la sempre più concreta alleanza tra Haftar e le deboli forze fedeli al governo di Abdullah al Thani, è stata la decisione del parlamento eletto - costretto a insediarsi a Tobruk - di fornire armi alle forze dell'ex generale nel comune obiettivo di sconfiggere il califfato di Ansar al Sharia nell'est e le altre milizie nel resto del Paese. (ANSAmed).
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