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Isis: un mese di raid Usa su Siria. Ong, già oltre 550 morti

Maggioranza jihadisti ma anche bimbi. Kobane ancora in pericolo

24 ottobre 2014, 10:26

Redazione ANSA

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Funerals for Kurdish fighters killed in Kobane by Islamic State © ANSA/EPA

Funerals for Kurdish fighters killed in Kobane by Islamic State © ANSA/EPA
Funerals for Kurdish fighters killed in Kobane by Islamic State © ANSA/EPA

(ANSAmed) - BEIRUT - Oltre 550 morti, in gran parte combattenti jihadisti, ma anche 32 civili tra cui donne e bambini. E' questo il bilancio di un mese di bombardamenti aerei della Coalizione internazionale guidata dagli Usa contro lo Stato islamico (Isis) in Siria, compresi quelli a Kobane, sulla frontiera turca, dove i miliziani curdi continuano a resistere all'assedio dei jihadisti.

I raid hanno impedito finora all'Isis di impadronirsi completamente della città, ma i combattimenti continuano strada per strada. Mentre si attende di sapere quanti saranno i combattenti Peshmerga che il Parlamento della regione autonoma del Kurdistan iracheno ha deciso di inviare a sostegno dei curdi siriani e che dovrebbero passare attraverso il territorio turco.

Secondo un bilancio fornito oggi dall'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), sono stati 553 gli uccisi nei bombardamenti della Coalizione cominciati il 23 settembre sulle province siriane di Aleppo, Idlib, Raqqa, Deyr az Zor e Hasaka. Di questi, 464 erano miliziani dell'Isis, 57 del Fronte al Nusra, branca siriana di al Qaida, e 32 civili, tra i quali sei bambini e cinque donne.

La maggior parte dei civili sono morti in raid che hanno preso di mira installazioni petrolifere nelle province di Deyr az Zor, Hasaka e Raqqa, da cui i jihadisti estraggono il greggio poi venduto sul mercato nero.

Ma i bambini continuano a morire in Siria anche nei bombardamenti del regime contro aree ribelli. Alcuni minori erano tra gli 11 civili che, secondo quanto riferito all'ANSA da fonti locali, sono rimasti uccisi da raid aerei e colpi di artiglieria contro il sobborgo di Waar, ad Homs, unica sacca di resistenza degli oppositori armati nella terza città della Siria, riconquistata nella primavera scorsa dalle forze lealiste. Negli attacchi sono rimaste ferite altre 30 persone. (ANSAmed).

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