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Scrittore Sarid, l'integralismo ebraico rovinerà Israele

Da attacco a Gay Pride a bimbo palestinese ucciso da rogo coloni

31 luglio 2015, 18:48

Redazione ANSA

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Ultra Orthodox Jewish dancing near the bonfires during the Jewish holiday of Lag Baomer - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultra Orthodox Jewish dancing near the bonfires during the Jewish holiday of Lag Baomer -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultra Orthodox Jewish dancing near the bonfires during the Jewish holiday of Lag Baomer - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Aldo Baquis) - TEL AVIV - I rischi per il futuro di Israele causati dagli integralisti ebrei che vagheggiano la costruzione di un nuovo Tempio di Gerusalemme e l'instaurazione di una monarchia di tipo biblico sono il tema di un nuovo romanzo dello scrittore Yishai Sarid. Appena uscito, è subito oggetto di polemiche con l'estrema destra. Al termine di una settimana che ha visto la cattura di estremisti legati all'incendio della Chiesa di Tabgha (Tiberiade), l'attacco al Gay Pride di Gerusalemme e il rogo oggi in Cisgiordania in cui un bambino palestinese è rimasto ucciso, Sarid indica all'ANSA un possibile filo conduttore: "L'ideale del Regno descritto nel libro è la 'purezza'. Ciò significa un Paese 'ripulito' di omosessuali, di arabi, e di chiese. Questo è l'obiettivo di quei terroristi ebrei".

Il romanzo - 'Il Terzo' - immagina che un attacco nucleare abbia polverizzato Tel Aviv e Haifa. I superstiti si arroccano a Gerusalemme e in Cisgiordania. Un leader carismatico, Yehoaz, si proclama Re e Gran Sacerdote. Espulsi i palestinesi, abbatte la Moschea al-Aqsa e il Duomo della Roccia per far spazio ad un terzo Tempio di Gerusalemme dove - duemila anni dopo l'era biblica - riprende in pompa magna i sacrifici rituali. Riesuma un ebraismo primordiale e tribale, che nei secoli era stato sostituito da un ebraismo più intellettuale e cosmopolita.

Narrate con tono sofferto dal principe Yonatan, le vicende del Regno militarista e teocratico di Giudea avranno un finale apocalittico e nucleare. Figlio di un leader storico della sinistra israeliana, Yossi Sarid, Sarid jr (che in Italia ha pubblicato 'Il Poeta di Gaza') è stato immediatamente bersagliato dalla destra nazionalista e religiosa, sentitasi punta sul vivo e denigrata.

Perché centrare la trama sulla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme? "Perché l'argomento è divenuto di attualità. Già oggi - spiega Sarid - c'è chi si dedica alla questione: sia nei suoi aspetti pratici (preparando gli utensili dei sacerdoti, addestrandosi ai sacrifici rituali) sia in quelli ideologici".

"In ampi settori del sionismo religioso vi è l'aspirazione" a ricostruire il Tempio, anche se finora - nota - la presenza della Spianata delle Moschee ha fatto da freno. "C'è anche chi anela a una guerra di Gog e Magog: è vero, sono elementi estremisti, ma la loro influenza cresce". Come mai proprio il giornale Makor Rishon del sionismo religioso l'ha attaccata duramente? "Il libro li disturba.

Avverte che si tratta di una questione problematica, che rischia di provocare una terza distruzione" del Tempio.

La polverizzazione di Tel Aviv distrugge, nel libro, il cordone ombelicale fra Israele e il mondo esterno, liberando così le pulsioni messianiche di Gerusalemme. Ciò riflette l'Israele del 2015? "Tel Aviv è la più grande creazione del sionismo. E' cosmopolita, laica, liberale. A Gerusalemme e in Cisgiordania c'è una concezione più dura dell'ebraismo. Oggi fra i due poli vige un fragile status quo. Se Tel Aviv non ci fosse più, andremmo verso una direzione negativa, con più nazionalismo e maggiore chiusura".

Dalla 'testimonianza' del principe Yonatan a quali conclusioni dovrebbe giungere il lettore israeliano saggio? "Dovrebbe ricordarsi che due volte in passato (nel 586 a.C e nel 70 d.C, ndr) la sovranità ebraica nella Terra d'Israele crollò.

Occorre allora stare in guardia perché ciò non si ripeta".

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