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Tunisia: stato emergenza e coprifuoco dopo attacco di ieri

Bilancio sale a 13 morti e 20 feriti, anche 4 civili

25 novembre 2015, 12:31

Redazione ANSA

ANSACheck

(ANSAmed) - TUNISI, 25 NOV - La pioggia che incessantemente è caduta su Tunisi durante questa prima notte di coprifuoco ha lavato il luogo dell'attentato dal sangue delle guardie presidenziali cadute nell'esplosione del bus che li trasportava, ma non cancella il sentimento di cupezza nei cuori dei tunisini, consapevoli ormai che la guerra contro il terrorismo sarà ancora lunga e difficile. Se la Tunisia ripiomba ancora una volta nel terrore, dopo le stragi jihadiste al museo del Bardo e nel resort turistico di Sousse, con questo attacco nella capitale ad un bus con a bordo un gruppo di guardie presidenziali, che ha causato almeno 13 vittime (12 guardie e un morto ancora non identificato, che potrebbe essere un kamikaze) e 20 feriti (di cui quattro civili), la prima riposta delle autorità è ferma: ripristino dello stato d'emergenza (levato il 3 ottobre scorso) per la durata di 40 giorni prorogabili e coprifuoco dalle 21 alle 5 del mattino sulla Grand Tunis (area estesa della capitale), misure di sicurezza ulteriormente rafforzate in aeroporti e stazioni.

L'esplosione, fortissima, si è verificata poco prima delle 17 di ieri nella centrale Avenue Mohamed V di Tunisi, nei pressi dell'ex sede del partito del deposto presidente Ben Ali.

L'autobus è andato letteralmente in pezzi. Testimoni hanno riferito di un'esplosione che si è sentita per tutta la città, fino al quartiere di Montplaisir, e di "spettacolo catastrofico". Palpabile il nervosismo delle forze dell'ordine, dispiegate a centinaia tra polizia e militari, che si sentono prese di mira in prima persona. Sul posto sono arrivati il primo ministro Habib Essid ed il ministro degli Interni Najem Gharsalli, che ha parlato subito di "attacco terroristico".

Per questa mattina il presidente Essebsi ha convocato una riunione del comitato di sicurezza. Immediata la reazione di condanna del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, persuaso del fatto che questo attacco non influirà sul processo democratico in corso che il Paese nordafricano sta compiendo dal 2011. Anche il presidente francese Francois Hollande ha espresso la sua vicinanza alla Tunisia in un momento cosi' difficile. Restano ora da capire mandanti e dinamica precisa di questo ennesimo attentato, ma soprattutto, ancora una volta, il perché del paradosso di una nazione che, unica nel mondo arabo sconvolto dalle cosiddette primavere nel 2011, è riuscita a portare a termine un percorso democratico dotandosi di istituzioni stabili e democratiche ma che è nel contempo la principale esportatrice di foreign fighters nei territori del Jihad (circa 5 mila tunisini sarebbero andati a combattere per l'Isis in Siria, Iraq e Libia). Mentre si attende la rivendicazione ufficiale dell'attacco, la Tunisia cerca di tornare alla normalità.

Continua, ad esempio, la programmazione questa settimana delle Giornate cinematografiche di Cartagine, seppur con orario modificato. Lo ha annunciato il presidente del Festival Ibrahim Letaief, convinto piu' che mai che la cultura sia un antidoto alla violenza. (ANSAmed).

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