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Marocco, campagna social contro la microcriminalità

27 luglio 2016, 11:14

Redazione ANSA

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La pagina Facebook 'Charlie b 'Darija ' per denunciare le aggressioni in Marocco - RIPRODUZIONE RISERVATA

La pagina Facebook   'Charlie b 'Darija ' per denunciare le aggressioni in Marocco -     RIPRODUZIONE RISERVATA
La pagina Facebook 'Charlie b 'Darija ' per denunciare le aggressioni in Marocco - RIPRODUZIONE RISERVATA

RABAT - ZeroGrissage, ovvero: basta aggressioni. Gli internauti marocchini tornano all'assalto e, dopo le battaglie ecologiche contro i rifiuti provenienti dall'Italia e bloccati in modo definitivo, puntano ora alla sicurezza. Lamentano la crescita incontrollata di episodi di microcriminalità diffusa. Così per non minimizzare, per evitare che, distratti dai problemi di massima sicurezza come il terrorismo di Daesh, polizia e gendarmi si occupino meno dei cittadini, i frequentatori dei social filmano e postano le aggressioni. Fotografie pulp di mani martoriate dai punti di sutura perché hanno cercato di difendersi dai coltelli degli aggressori; filmati di ragazze derubate della borsetta sotto minaccia di pugnali. Tutto registrato dal vivo nelle medine, tra i vicoli delle città antiche. Tutto spedito per conoscenza al direttore generale della Sicurezza nazionale, Abdellatif Hammouchi.
Il caso che è servito da detonatore è quello di un diciottenne aggredito e ucciso nei giorni scorsi, mentre rientrava da scuola,in un piccolo paese del Nord, da una banda di criminali nota con il nickname "Rombo". Poi però è stata un'aggressione di turisti sulla spiaggia di Mohammedia a far scattare l'indignazione generale. Il fenomeno, che si è affacciato nel 2014 ed era già noto con il nome di Tcharmill, dal nome dei coltelli a serramanico, è particolarmente diffuso nella zona settentrionale, tra Casablanca e Rabat. L'emulazione, però, corre veloce anche a Sud.
L'hashtag #ZeroGrissage ora riempie la Rete e chiama in causa lo stato per trovare la soluzione al problema. Una pagina facebook 'Charlie b'Darija' (Carletto il marocchino) dà spazio alle denunce, ospita video e istantaneo choccanti e lancia una petizione su avaaz.org, già forte di più di 14 mila sostegni. È rivolta direttamente a re Mohammed VI: "Dopo una serie di orrendi crimini, soprattutto rapine a mano armata - vi si legge - chiediamo di mettere fine a questa sorta di guerra, predisponendo pene più severe per chiunque detenga senza permesso armi di tutti i tipi, incluso coltelli e asce, spesso usate per minacciare". 

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