(di Massimo Lomonaco)
(ANSAmed) - TEL AVIV, 24 GEN - "Un giorno ci incontreremo di
nuovo". Parole di speranza: il più delle volte vane. Eppure sono
scritte sulle centinaia di lettere che gli ebrei europei in fuga
dai nazisti hanno inviato ai loro parenti prima di essere
'sommersi' per sempre nella Shoah. 'Le ultime lettere' è il
titolo della rassegna che Yad Vashem, il Sacrario di
Gerusalemme, mette in mostra, anche on line, in occasione del
Giorno della Memoria che si celebra il 27 gennaio in tutto il
mondo.
Una raccolta di testimonianze toccanti - diventati addii
inconsapevoli - che vengono dagli angoli più disparati
dell'Europa schiacciata dai nazisti: da Drancy in Francia, da
Riga in Lettonia, da Mariiampil oggi Ucraina allora Polonia, dal
ghetto di Kishinev oggi Moldavia allora Romania, da Belgrado, da
Mathausen. Uno spaccato della memoria collettiva di sei milioni
di ebrei uccisi dal nazismo. Per le persone che le hanno
ricevute "separarsi da queste preziose lettere non è stato
facile", hanno detto da Yad Vashem. Ma da ora diventeranno
documenti pubblici e saranno conservate negli archivi del museo
per le generazioni future. Le missive faranno parte così di 190
milioni di pagine riguardanti la documentazione sulla Shoah.
"Scrivere a mano - ha notato Yona Kobo, uno dei ricercatori
di Yad Vashem - è uno degli atti più intimi e personali di auto
espressione. Queste ultime lettere ci aprono una finestra sulle
vite di queste persone e ci offrono una testimonianza di prima
mano delle avversità che hanno dovuto fronteggiare, così come
del desiderio di riunirsi alle proprie famiglie". E si può
capirlo leggendo la lettera che Regina Kandt scrisse al marito
Maximilian e al figlio Rudy prima di essere deportata nel 1941
da Belgrado insieme alla nipote. "Dovete essere forti e
pazienti. Un giorno tutto questo finirà... Scrivo solo nel caso
non dovessi sopravvivere, ma ho il sentimento che un giorno ci
potremo vedere di nuovo". Regina Kandt non vide più né suo
marito né suo figlio: fu uccisa dai nazisti nel campo di
Sajmiste. La lettera fu consegnata ad un conoscente cristiano di
Regina che riuscì successivamente a trasmetterla ai parenti
sopravvissuti.
La rassegna espone per ora, anche on line, nove lettere,
inclusa una che arrivò a destinazione anni dopo la spedizione.
Ma non è che il primo passo di un progetto più ampio che Yad
Vashem intende portare a termine. La mostra fa parte delle
iniziative che il Mausoleo di Gerusalemme organizza per il
Giorno della Memoria e che giovedì 26 gennaio vedrà il premier
Benyamin Netanyahu parlare nella Sala delle Rimembranze di Yad
Vashem - dove arde la fiamma perenne a ricordo dei 6 milioni di
ebrei uccisi - in una cerimonia ufficiale alla presenza di oltre
40 rappresentanze diplomatiche, Italia inclusa.(ANSAmed).
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