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Migranti:A Napoli famiglia ottiene rimborso tassa soggiorno

Riavranno 500 euro. Cgil, Abbattuto muro ingiusto e oneroso

21 febbraio 2017, 19:17

Redazione ANSA

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La famiglia Caopuré - RIPRODUZIONE RISERVATA

La famiglia Caopuré -     RIPRODUZIONE RISERVATA
La famiglia Caopuré - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Francesco Tedesco).  - Napoli - Sono arrivati in Italia nel 2009 dal Burkina Faso e come migliaia di immigrati hanno dovuto pagare una tassa per poter ottenere il permesso di soggiorno. E' la famiglia Caopuré, padre madre e cinque figli, che hanno pagato 500 euro, 200 a testa per il padre e la madre e 100 per il figlio maggiorenne. Una cifra che ora verrà loro restituita perché la Corte di Giustizia Europea prima, i due gradi di giustizia amministrativa e il tribunale civile di Napoli hanno deciso che quella tassa era ingiusta. Ad accompagnarli nel loro percorso legale la Cgil, attraverso il patronato Inca, che sta promuovendo dei giudizi simili nelle diverse regioni d'Italia e ha visto il primo successo in tribunale a Napoli. "Siamo arrivati nove anni fa dal Burkina Faso - racconta oggi Kassoum, 22 anni, il figlio maggiore - abbiamo pagato la tassa ma ci sembrava ingiusta e quindi abbiamo chiesto aiuto alla Cgil. Siamo contenti di poter riavere questi soldi". Kassoum abita con la famiglia a Melito e frequenta l'istituto alberghiero a Scampia: "Sogno di fare il cuoco - racconta - spero di poter restare a Napoli perché ho tutti miei amici con cui sono cresciuto da quando ero alle medie. Ma se non troverò lavoro qui andrò in altri paesi europei". Pronto a viaggiare Kassoum, ma ama l'Italia: "Qui siamo stati accolti molto bene - spiega - ma ci sono sempre problemi per la burocrazia, la documentazione. Ma l'Italia è accogliente, tranne per certi politici che vedo in tv, come Salvini: credo che dovrebbe girare il mondo e capire cosa vuol dire avere rapporti umani. Verrà presto a Napoli? Non ho niente da dirgli, magari solo di tornare a studiare il mondo". La sentenza di Napoli espone ora lo Stato a rimborsare tutti gli altri immigrati che hanno pagato, una cifra che la Cgil stima in 500 milioni di euro e che, spiegano al sindacato, potrebbero essere recuperati con un'operazione di riemersione del lavoro nero, non solo degli immigrati, una sorta di sanatoria. "Speriamo - spiega Maria Afrodite Carotenuto, il legale dell'Inca che ha gestito la causa - che lo Stato ora prenda provvedimenti. Il Ministero potrà fare ricorso in appello, ma intanto noi andremo avanti con le altre quattromila famiglie che solo in provincia di Napoli hanno sborsato la tassa". Una sentenza che ha anche un valore simbolico, come sottolinea Walter Schiavella, commissario della Cgil di Napoli: "In un momento in cui si alzano muri e si affronta l'immigrazione in modo respingente, lavorando sulle paure dei cittadini, noi abbattiamo un piccolo ma significativo muro. Un muro eretto per legare il permesso a un corrispettivo economico ingiusto e oneroso per le condizioni delle persone a cui veniva chiesto". (ANSAmed).

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