I partecipanti saranno chiamati a riprodurre una delle opere esposte nella mostra Archaeology&ME. Il loro lavoro sarà visibile nel museo all'interno dell'esposizione, aperta fino al 23 aprile, e in seguito nell'ambito del concorso internazionale di mosaici PictorImaginarius "L'Arte del Mosaico", che si svolge a Nazzano (Roma) il 27 e 28 maggio.
Archeologia e arte diventeranno così il tramite per un dialogo a più voci. Persone provenienti da esperienze molto diverse potranno raccontare e confrontare storie e tradizioni culturali, creando un'opera collettiva. Storie solo apparentemente molto distanti, dalle quali emergeranno anche elementi comuni, partendo da una antica leggenda che ci parla dell'oggi: quella di Enea. Colui che è ritenuto il fondatore del più grande impero del Mediterraneo, altri non era se non un profugo che fuggiva, assieme ai propri cari superstiti, da una patria distrutta dalla guerra. Insomma l'archeologia come testimone privilegiato di multiculturalità, contaminazione culturale, inclusione sociale.
Lo dimostrano anche esperienze con migranti già realizzate in alcuni musei europei, alle quali si richiama l'iniziativa promossa dalle istituzioni curatrici della mostra Archaeology&ME-la Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l'area archeologica centrale di Roma, il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo e l'Istituto Beni Culturali della Regione.
(ANSAmed).
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