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'Metà dei salvataggi in mare ormai dipendono da Ong'

Procuratore Catania a Parlamento, dubbi su ruolo e finanziamenti

22 marzo 2017, 18:54

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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(di Stefano Intreccialagli) (ANSAmed) - ROMA, 22 MAR - Il 50% dei salvataggi del 2017 nel Mediterraneo dipende da organizzazioni non governative: un fenomeno che lascia molti dubbi sui finanziamenti di queste ong, sui rapporti con gli organizzatori dei flussi e sul ruolo dei privati, rispetto alle istituzioni, nella gestione del fenomeno migratorio. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania, Carmelo Zuccaro, in un'audizione al Comitato Schengen del Parlamento italiano.

Da settembre del 2016 "abbiamo registrato un proliferare delle Ong che accompagnano i migranti fino al territorio italiano", ha riferito il magistrato. In particolare, "negli ultimi 4 mesi del 2016 circa il 30% dei salvataggi con migranti approdati nel distretto catanese sono da riferire alle Ong", mentre nel 2017 la quota è salita al 50%". Secondo il Procuratore le navi sono 13, sei delle quali legate ad Ong tedesche, mentre due sono di Medici senza Frontiere e una di Save The Children. Ma secondo Zuccaro queste presenze "non hanno attenuato il numero di naufragi e morti in mare", circa "5mila persone nel 2016".

"Quello che cerchiamo di capire è il motivo del proliferare di queste Ong e come riescano ad affrontare costi così elevati", sottolinea il procuratore. "11mila euro al giorno per nave Aquarius di Sos Mediterranee, 40mila euro mensili per la nave Iuventa, la Ong Moas, con le navi Phoenix e Topaz Responder e l'uso di droni da ricognizione, affronta costi mensili da 400mila euro circa, senza contare l'acquisto delle navi".

Ma secondo Zuccaro le Ong creano anche un problema di indagini sui trafficanti. "Prima riuscivamo almeno a intercettare e arrestare i facilitatori", persone che accompagnavano i barconi su altre imbarcazioni per assicurarsi che il viaggio andasse nella direzione giusta. Con le Ong "è venuta meno questa presenza. Riusciamo a prendere solo gli scafisti, ma abbiamo preso atto che ormai sono migranti loro stessi, presi a caso dal gruppo". Un sistema dunque, quello delle Ong, che di fatto crea "uno scacco al contrasto delle organizzazioni criminali".

Certo, le navi delle Ong offrono condizioni di viaggio ottimali e si trovano più vicine ai luoghi del soccorso. Tuttavia, ha aggiunto il magistrato, "non è provato ma non è escluso che vengano contattate direttamente" da chi organizza i flussi, "senza mediazione della centrale operativa"."Tra il ventaglio di ipotesi - ha aggiunto - la peggiore è che lavorino in accordo con gli organizzatori", mentre "è un dato oggettivo" che ci sia una "volontà di creare dei corridoi umanitari". Ma c'è da chiedersi, ha detto ancora Zuccaro, "se debba essere consentito che i privati si sostituiscano agli Stati".

(ANSAmed).

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