"50 anni quando si parla di Gerusalemme sono un battito di ciglia - ha detto l'ambasciatore israeliano in Italia Ofer Sachs - tutti, ebrei o no sentono la sensazione di questa città unica, la connessione con Roma, è immediata, quando si viene qui. Ma è anche una città in cui c'è continuo cambiamento. Guarda anche al futuro, un futuro migliore, che dia migliori possibilità alla gente che ci vive". Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica romana, ha ricordato che "esiste un legame profondo tra Gerusalemme e Roma, che ricorda la storia del popolo ebraico attraverso il suo esilio e l'arrivo a Roma...entrambe le città rappresentano un esempio di come un luogo possa rappresentare un modello di coesistenza e rispetto tra le fedi. La celebrazione dei 50 anni di Gerusalemme ne ricorda la sua riunificazione e la possibilità finalmente di potervi accedere per i fedeli di tutte le religioni". Per Noemi Di Segni, presidente Ucei, "Gerusalemme va celebrata per la vita che afferma e per la luce che irradia all'insieme della comunità umana. Perché, per quanto nota, è in realtà ai molti sconosciuta. Proprio perché unita, non vuol dire che è solo israeliana, vuol dire che anche altre comunità se la vivono, in un'ottica quotidiana. E non lo dico per sminuire il conflitto, ma il prevalere è il vivere quotidiano".
Al centro delle celebrazioni una grande serata, martedì 23 maggio, ai Mercati di Traiano, con video, musica, danza e performance sotto il titolo Suoni e luci di Gerusalemme sotto il cielo di Roma. (ANSAmed).
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