Secondo l'ultimo rapporto dell'Iom, l'84% di coloro che hanno potuto fare ritorno nei luoghi di origine erano sfollati interni e solo il 16% dall'estero. Circa la metà di coloro che sono rientrati sono tornati nella provincia di Aleppo, una tendenza che conferma quella registrata nel 2016, quando i ritorni erano stati circa 686.000 durante tutto l'arco dell'anno. Di questi, però, 42.000 sono stati costretti a fuggire nuovamente. Intanto il presidente turco Tayyip Recep Erdogan ha ribadito oggi che le autorità turche consentono il passaggio dal loro territorio di aiuti umanitari, cibo e materiali utili alla ricostruzione edile nella regione siriana nord-occidentale di Idlib, fuori dal controllo delle forze di Damasco.
Parlando al termine della preghiera comunitaria del venerdì e citato dall'agenzia nazionale turca Anadolu, Erdogan ha ripetuto che la Turchia non consente l'invio in Siria di armamenti. L'area di Idlib è in parte controllata da miliziani qaedisti, che alla fine di luglio sono riusciti a cacciare dalla zona i loro rivali jihadisti del gruppo di Ahrar ash Sham. Durante gli scontri la Turchia aveva chiuso la frontiera.
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