Per quei fatti il procuratore di Sfax ha emesso tre ordini di custodia cautelare nei confronti degli aggressori dell'istitutrice. Il ministero dell'Istruzione rigetta nel comunicato "ogni forma di violenza verbale, morale e fisica nei confronti degli insegnanti", facendo appello ai genitori degli alunni a rispettare il loro ruolo in quanto parte integrante del sistema educativo.
L'insegnante è accusata dai genitori anche di "ateismo e pratiche sataniche", accuse alle quali non crede il ministero.
Il quale sottolinea che la maestra ha alle spalle oltre 33 anni di insegnamento, di cui 10 proprio nella scuola di Sfax ove è avvenuto l'incidente.
Un caso che il ministero non vuole sia politicizzato, ma che dimostra quanto siano distanti il mondo laico e quello islamico in una società in continua trasformazione come quella tunisina. La campagna di diffamazione contro l'insegnante, una sorta "di caccia alla strega" orchestrata probabilmente da estremisti islamici, ha provocato un'ondata di indignazione generale. Tra l'altro la Costituzione del 2014 vieta espressamente di accusare qualcuno di essere miscredente. L'insegnante tra l'altro fa parte dell'Associazione Tunisina Donne Democratiche (Atfd) di Sfax. Numerosi partiti politici e organizzazioni della società civile hanno da subito condannato l'aggressione ed espresso sostegno alla maestra, mettendo in guardia "contro i pericoli e le ripercussioni di tali derive". (ANSAmed).
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