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Spagna: madre ivoriana riabbraccia figlioletto dopo 7 mesi

Erano stati separati in due centri a Melilla e in Andalusia

14 novembre 2017, 15:50

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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(ANSAmed) - MADRID, 14 NOV - Oumo Totopa, la migrante della Costa d'Avorio sbarcata sulle coste spagnole ad aprile e da allora separata dal figlio di 4 anni, giunto un mese prima dal Marocco, ha potuto finalmente riabbracciare il piccolo Abderraman. Ne danno notizia fonti della Ong Women's Link Worldwide, che aveva denunciato alla Corte Europea per i diritti umani "il calvario" durato sette mesi della madre ivoriana per ricongiungersi con il bambino, a causa dei ritardi nell'accertamento del vincolo di maternità.

Madre e figlio vengono trasferiti oggi in una casa di accoglienza a Jerez de la Frontera (Andalusia), dopo il via libera al ricongiungimento dato dall'assessorato al welfare di Melilla, dove si trovava il bambino. "In tutti questi mesi, Abderraman è cresciuto, ha dimenticato il francese e ora parla spagnolo. Ma finalmente ho potuto rivederlo, la mia vita ricomincia adesso", ha dichiarato Oumo Totopa fra lacrime di gioia ai media iberici, dopo aver riabbracciato il figlio.

Il minore con la madre e la zia, provenienti dalla Costa d'Avorio, erano rimasti nascosti nei boschi al nord del Marocco, in attesa dell'occasione per imbarcarsi sui barconi della speranza e raggiungere le coste spagnole. Ma a marzo, quando si era presentata un'opportunità, Oumo ammalata e senza forze aveva convinto la sorella a imbarcarsi con il nipotino, in attesa di essere a sua volta in grado di compiere la traversata. Da allora al piccolo, ospitato nel centro di accoglienza per minori di Melilla, non era stato permesso di incontrare o avere anche solo contatti telefonici né con la zia né con la madre.

Arrivata in Spagna ad aprile e rinchiusa prima in un Ceti ad Algesiras e da là trasferita a Jerez de la Frontera, Oumo ha dovuto inviare ai servizi sociali di Melilla prove del Dna a dimostrazione della sua maternità. Ma, in attesa dell'iter burocratico di accertamento, il Servizio di protezione dei minori dell'enclave spagnola in Marocco non aveva risposto alle richiesta della madre di poter avere contatti con il figlio.

La Ong Women's Link ha denunciato il caso prima al Difensore del Popolo e alla Procura generale spagnola, e poi alla Corte europea dei diritti umani. A fine ottobre, il Tribunale di Strasburgo ha sollecitato al governo spagnolo misure cautelari per "impedire la violazione dei diritti fondamentali" della migrante: quali iniziative avesse adottato per comprovare il vincolo familiare e per consentire le visite di Oumo al piccolo Abderraman, o contatti telefonici o via video, in attesa dell'ultimazione dell'iter per il ricongiungimento. La denuncia presentata da Women's Link alla Corte di Strasburgo andrà avanti, considerando che "sono stati violati diritti fondamentali" della madre migrante, come "il diritto alla vita privata e familiare e quello a non essere discriminata". (ANSAmed).

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