Arrestato nel maggio 2011 dopo una lunga latitanza, Mladic, è l'ultimo degli imputati "di alto livello" processati dal Tpi che dopo 24 anni e 161 persone incriminate, chiude i battenti alla fine dell'anno con un 'Meccanismo residuale' che concluderà i procedimenti in corso. Considerato un eroe da molti serbi, in Serbia e nella Republika Srpska (Rs, entità a maggioranza serba di Bosnia), Mladic inizio' la sua carriera militare nell'esercito della ex Jugoslavia (Jna), cominciata a Knin, durante il conflitto serbo-croato. Si ricordano i pesanti bombardamenti che ordinò su Zara dalla montagna che sovrasta la città, tattica militare che ha sempre preferito allo scontro in campo aperto. Nel 1992 Mladic divento' comandante dell'esercito dell'autoproclamata repubblica serba di Bosnia e, forte dell'arsenale bellico della Jna, conquisto' il 70 per cento del territorio della Bosnia. Nei successivi tre anni continuo' con grande ferocia la sua pulizia etnica, contro soprattutto i musulmani, facendosi beffe dei caschi blu dell'Onu. Dopo la mattanza di Srebrenica, però, arrivò la fine delle fortune militari di Mladic che subì una serie di sconfitte soprattutto al nord ad opera dell'esercito bosniaco.
L'intervento della Nato nell'agosto 1995 mise fine allo strapotere del generale. Concluse le attività belliche, sotto pressioni internazionali, fu esautorato da Biljana Plavsic, presidente della Rs che aveva sostituito Radovan Karadzic, la donna che lo aveva abbracciato dopo l'infamia di Srebrenica.
(ANSAmed)
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