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Violenza donne, campagna shock scuote la Tunisia

Ritratte di spalle, vittime dell'indifferenza della società

24 novembre 2017, 09:38

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Paolo Paluzzi) (ANSAmed) - TUNISI, 24 NOV - Le strade di Tunisi e delle principali città del Paese sono tappezzate da alcuni giorni da diversi manifesti che ritraggono, secondo lo stesso schema, una donna fotografata di spalle con una scritta che spiega quanto le accade e quel che la gente pensa di lei. 'Giovane donna violentata, (finirà per dimenticare)'; 'Donna molestata sul posto di lavoro (altre meno fortunate sono disoccupate)'; 'Donna aggredita dal marito (è il destino che ha voluto così)', sono solo alcuni degli esempi.

Si tratta della campagna di sensibilizzazione 'Faddina', lanciata dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) nell'ambito della lotta contro le violenze sulle donne per denunciare cliché e luoghi comuni della società che riguardano la condizione femminile e che ha suscitato in Tunisia un'ondata di commenti negativi sui social network dalla gente, ma anche da parte di alcune associazioni a difesa dei diritti delle donne, costrette ancora una volta a riflettere sulla reale situazione della donna in un Paese dipinto come quello con la legislazione più avanzata in materia rispetto a tutti gli altri Paesi arabi e maghrebini. Nonostante la Costituzione in Tunisia, infatti, garantisca la parità di diritti uomo-donna e il Parlamento abbia approvato nel luglio scorso persino una legge per l'eliminazione di ogni forma di violenza sulle donne, anche sul luogo di lavoro e in famiglia, dalle recenti statistiche risulta invece che una donna su due (47,6%) sia stata aggredita fisicamente o moralmente almeno una volta nella sua vita, che oltre il 70% delle donne aggredite afferma che non sa dove andare a denunciare i fatti e se sia opportuno farlo. Secondo le cifre fornite dal ministero tunisino della Donna, della Famiglia e dell'Infanzia, la violenza fisica è la forma più comune (31,7%), seguita da quella morale (28,9%), quella sessuale (15,7%) e quella cosiddetta economica (7,1%). "Si tratta della prima parte della campagna di sensibilizzazione che ha lo scopo di scuotere la società e di sottolineare la violenza subita dalle donne, banalizzata da una certa frangia della società tunisina", ha affermato Rym Fayyala, rappresentate aggiunto dell'Unfpa precisando che "l'obiettivo di provocare è voluto e che lo scopo ultimo è quello di cambiare la mentalità, cosa che ovviamente non può avvenire nell'immediato ma che anzi richiede tempo. "E' scientificamente provato che l'effetto di shock permette alla gente di dire ciò che davvero pensa", ribadisce Fayyala, annunciando che il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, "coloro fotografate di schiena nei manifesti mostreranno i loro volti e allora se ne riparlerà". Dal 25 novembre al 10 dicembre 2017 (Giornata mondiale dei diritti umani), verranno organizzate in Tunisia 16 giornate per lottare contro ogni forma di violenza sulle donne con lo slogan: "A partire da oggi, non sei più sola, la legge è con te". Nel contempo il ministero della Donna tunisino ha annunciato il lancio di un'altra campagna sul tema dal titolo "Ommi Salma" (Mamma Salma), pensata a seguito di un fatto di cronaca recentemente avvenuto a Kairouan, la violenza sessuale subita da una anziana donna poi uccisa dal suo stupratore. Al di là di questo argomento specifico c'è da rilevare in effetti che la sensibilità verso il mondo femminile e i suoi diritti riveste un posto di rilievo in Tunisia, ne è la prova la recente l'istituzione di una "Commissione delle libertà individuali e dell'uguaglianza di genere" presso la presidenza della Repubblica tunisina che è al lavoro per elaborare un rapporto dettagliato e facilitare l'applicazione delle riforme legate alla libertà e all'uguaglianza uomo-donna, tra cui quella del diritto ereditario, argomento tabù nel mondo musulmano. (ANSAmed).

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