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Musica: Isabella Ambrosini, prima italiana sul podio al Cairo

Una donna alla guida dell'orchestra sinfonica, 'arte è di tutti'

26 febbraio 2018, 20:14

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Rodolfo Calò)

IL CAIRO - Per la prima volta una direttrice d'orchestra italiana si è esibita al Cairo, alla guida dell'orchestra sinfonica della capitale egiziana che quasi mai si affida a una bacchetta femminile: protagonista dell'evento è stata Isabella Ambrosini che, dal 2012, resta pure l'unica donna ad aver diretto nell'aula di Montecitorio.
Il concerto, eseguito sabato sera alla Cairo Opera House, è il primo che Ambrosini ha diretto in un paese musulmano, come ha ricordato lei stessa all'ANSA.
"La musica non è dell'occidente, dell'oriente, del nord o del sud. La musica è di tutti. E' pensiero puro e vivo, quando è grande musica, e in quanto tale è un patrimonio dell'umanità", ha sottolineato la direttrice d'orchestra che avuto anche l'onore di dirigere più volte alla presenza di papa Giovanni Paolo II.
Direttrice artistica e musicale - oltre che fondatrice - dell'Orchestra Roma Sinfonica e del Coro Roma Tre, Ambrosini ha scelto un programma con musiche di Beethoven (settima sinfonia), Ravel (il concerto-rapsodia Tzigane), Saint-Sans (l'Havanaise) e il sette-ottocentesco Danzi.
"Un programma in cui, in tutti i pezzi, c'è un'esaltazione molto forte del ritmo", ha spiegato la musicista che è anche direttrice artistica e musicale della Stagione concertistica del Teatro Palladium di Roma: "Non a caso la Sinfonia n. 7 di Beethoven è stata descritta da Wagner come l'apoteosi della danza", ha ricordato definendo la composizione "un vertice dal punto di vista ritmico".
"Ho trovato un'orchestra con elementi da tutto il mondo, moltissimi giovani, molto attenti al mio modo di interpretare la musica", ha detto Ambrosini rispondendo alla domanda sulla peculiarità di proporre un repertorio occidentale in un paese al 90% musulmano come l'Egitto e in una città come il Cairo dove ha sede al-Azhar, la massima istituzione dell'islam sunnita.
"Mi sono trovata davanti a musicisti che veramente volevano imparare e capire. E' stata una bellissima sorpresa", ha aggiunto sottolineando che lo 'Tzigane' di Ravel è un brano di una "difficoltà estrema per violino solista", ma che è stato magistralmente eseguito dal giovane virtuoso egiziano Yasser El Serafi.
A una domanda sulla difficoltà per una donna di inserirsi in un settore ancora eminentemente maschile come quello della direzione d'orchestra, Ambrosini ha risposto che "in Italia c'è troppa attenzione su questo tema. Il nostro è un lavoro che si può fare solo dopo studi molto lunghi, difficili. Ci vuole un lunghissimo apprendistato, tanta esperienza".
Diplomata in composizione col vecchio ordinamento (quello da dieci anni di studio), ha aggiunto: "Alla fine, essere una donna o un uomo conta molto poco. Conta la capacità di studio e di sacrificio, per tanti anni, la capacità di relazionarsi con l'orchestra".
E alla domanda su quanto l'avvenenza abbia contribuito al suo successo, la bionda direttrice d'orchestra ha sostenuto che "in un lavoro in cui bisogna saper fare le cose e avere competenze, la bellezza danneggia".
E poi, ha aggiunto, "non credo che un teatro dell'Opera serio possa rischiare di scegliere un direttore perché è bello e non perché è bravo. Abbiamo avuto tanti direttori che erano anche dei begli uomini ma nessuno si è mai sognato di farli lavorare di più solo perché erano belli", ha concluso riferendosi esplicitamente a Von Karajan, Muti, Pretre e Bernstein. Circa il programma del concerto Ambrosini ha precisato che "l'elemento ritmico è alla base della costruzione della Sinfonia n. 7; è un ritmo musicale che si tramuta in ritmo di danza nell'ultimo tempo della sinfonia e questo elemento è comune anche agli altri brani del concerto, dal brano di Saint-Sans, che si basa sul ritmo dell'Habanera, al brano di Ravel che usa i ritmi della rapsodia ungherese, della tradizione folcloristica slava, per l'appunto tzigana come recita il titolo del brano".

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