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Comunità ebraica celebra proroga legge discendenti sefarditi

Furono cacciati nel 1492. 6.500 nazionalità concesse in 3 anni

13 marzo 2018, 19:45

Redazione ANSA

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Casa Sefarad, il centro di cultura sefardita a Madrid - RIPRODUZIONE RISERVATA

Casa Sefarad, il centro di cultura sefardita a Madrid -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Casa Sefarad, il centro di cultura sefardita a Madrid - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Paola Del Vecchio)

MADRID - Un anno di proroga perché i discendenti degli ebrei espulsi dalla Spagna nel 1492 possano richiedere la nazionalità spagnola. La Federazione delle Comunità ebraiche di Spagna (Fcje) ha espresso in una nota "profonda gratitudine" all'esecutivo di Mariano Rajoy per aver accolto la richiesta di prorogare fino al 1º ottobre 2019 il termine entro quale i successori degli ebrei originari della penisola iberica possono ottenere la naturalizzazione spagnola. La proroga era prevista dalla legge varata nel 2015, che stabiliva tre anni per riparare "l'ingiustizia storica", compiuta oltre cinque secoli fa dai Re Cattolici con l'editto dell'Alhambra, emanato dopo la riconquista di Granada, per l'espulsione degli ebrei che non si piegarono alla conversione forzata al cattolicesimo. E non sono escluse ulteriori estensioni, dovute alla dispersione degli ebrei sefarditi nel mondo. A rilevarlo è stato il portavoce del governo e ministro di Educazione, Cultura e Sport, Iñigo Mendez de Vigo, nella conferenza stampa successiva al consiglio dei ministri, che venerdì scorso ha approvato il provvedimento. La legge rappresenta "un punto di incontro fra gli spagnoli odierni e i discendenti di quanti furono ingiustamente espulsi nel 1492", ha ricordato Mendez de Vigo. "Rispetto all'intolleranza dei tempi passati, la normativa mira a costruire assieme un nuovo spazio di convivenza e concordia che riapra per sempre alle comunità espulse dalla Spagna la porta del loro antico paese", ha aggiunto Dal primo ottobre 2015, 6.432 sefarditi hanno ottenuto la carta di identità spagnola, dei quali 1.910 grazie alla normativa, che riconosce la nazionalità a tutti coloro in grado di dimostrare, con un certificato delle comunità ebraiche in Spagna o dell'autorità rabbinica riconosciuta nel proprio paese, la propria condizione di sefarditi per cognome, lingua, parentela o vincoli speciali con la cultura sefardita. Le altre 4.302 naturalizzazioni concesse nel 2015 e le 220 nel 2016 sono state attribuite per decreto, poiché era già stato avviato l'iter individuale quando la legge è entrata in vigore. Per nazionalità, inizialmente la maggioranza delle richieste è stata inoltrata da cittadini di Israele (96), Venezuela (60) e Colombia (60); mentre nel 2017 soprattutto da originari di Venezuela (254), Israele (202) e Messico (146). Molti dei discendenti dei sefarditi, come avviene nel bazar di Istanbul, ancora conservano le chiavi delle case dalle quali furono espulsi. E, difatti, il consolato spagnolo nella città del Bosforo ha riconosciuto la cittadinanza in tre anni a 2.800 persone, con una media di 8 al giorno - e un'attesa media di 2 anni per il completamento dell'iter - secondo i dati riferiti di recente dal sottosegretario agli Affari esteri Idelfonso Castro, in commissione al Senato. In ogni caso, il numero totale di naturalizzati spagnoli risulta "simbolico", rispetto al mezzo milione di potenziali discendenti e beneficiari della riparazione storica, stimato al momento dell'approvazione della legge, come ha ricordato in una recente interrogazione al ministro di Giustizia il senatore del partito nazionalista basco EH Bildu, Jon Iñarritu. Secondo Iñarritu, seppure le richieste finora accolte in base alla normativa sono "un passo importante", il procedimento per ottenere la nazionalità spagnola resta "un percorso a ostacoli".

Il senatore ha sollecitato che il termine di legge sia prorogato "in maniera permanente", per "dare tempo alle numerose persone aventi diritto di acquisire la nazionalità spagnola". (ANSAmed).

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