E' quanto emerge da un commento fatto per l'ANSA da Roberto Aliboni, consigliere scientifico dell'Istituto affari internazionali (Iai).
"L'attacco è stato deciso prima della malattia' di Heftar", ha sottolineato Aliboni aggiungendo che, "nondimeno, credo abbia anche il compito di mostrare" che, nonostante quell'episodio, "nulla è cambiato". "Il maggior fattore" dell'attuale intervento militare è però "politico", ha sostenuto Aliboni. Haftar "segue una politica del doppio binario: mentre sottolinea la sua disponibilità ad accordi nazionali, intende sottolineare anche la propria indipendenza sia di fronte ai suoi fans, sia di fronte alla comunità internazionale che ormai ne ha bisogno come parte della soluzione e accondiscende alle sue intemperanze", ha aggiunto l'analista.
"Numerose personalità islamiste dell'ovest hanno scongiurato Heftar di soprassedere", ha ricordato Aliboni notando che "dopo la tragedia di Bani Walid e quella di Bengasi, la condizione di molti libici sul piano umanitario è in continuo peggioramento". Nel confermare che a Derna vi sono "islamisti e jihadisti locali", il consigliere Iai ha riferito che in città "sono rimasti i cittadini che simpatizzano per loro, mentre sono andati via i simpatizzanti per Heftar": insomma "il contrario di quello che è accaduto a Bengasi", ha aggiunto riferendosi al secondo maggior centro libico conquistato l'anno scorso dalle forze del generale. (ANSAmed).
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