"Tre anni di incessante conflitto hanno devastato lo Yemen, e ora questa operazione militare limita le operazioni umanitarie, causando ulteriori perdite di vite umane, spostamenti interni e sofferenze per il popolo yemenita", ha affermato Mohammed Abdiker, direttore delle operazioni e emergenze dell'Iom. "Siamo preoccupati per i migranti coinvolti nei combattimenti mortali che vivono o tentano di attraversare il Paese", ha aggiunto. Per evacuare le famiglie bloccate o sfollate che vogliono lasciare le aree del conflitto, l'agenzia Onu si sta coordinando con i fornitori di servizi di trasporto per spostarli in zone sicure.
L'Iom ha identificato 12.766 famiglie sfollate internamente - oltre 89.000 individui - a Hodeidah il 13 giugno 2018. I distretti di Al-Khawkhah (3.732 famiglie), Al-Garrahi (2.990 famiglie) e Al-Hali (1.107 famiglie) sono quelli che ospitano il maggior numero di sfollati nel Governatorato. L'agenzia Onu usa il porto della città per aiutare i migranti che rimangono bloccati nel Paese a tornare a casa attraverso il suo programma di rimpatrio volontario umanitario. Finora nel 2018, l'organizzazione ha assistito il ritorno volontario di oltre 350 migranti attraverso il porto di Hodeida, ma a causa degli intensi combattimenti, l'Iom è stata costretta a rinviare fino a nuovo avviso i viaggi. "Molti migranti sono bloccati dentro o vicino alle prime linee. Il nostro Migrant Response Point di Hodeidah è attualmente in esecuzione con personale ridotto al minimo. Con le operazioni di rimpatrio volontario umanitario in sospeso per il momento, la situazione per i migranti a Hodeida è desolante", ha detto Abdiker. (ANSAmed).
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