L'iniziativa giudiziaria fa seguito alla denuncia presentata a maggio alle sezioni istruttorie n. 1 e 3 del Tribunale di Palma del Condado, in provincia di Huelva. La Giunta dell'Andalusia, a guida socialista, aveva avviato tre mesi fa una una campagna informativa per esortare le vittime a denunciare gli abusi e ha reclamato una maggiore vigilanza e ispezioni al ministero del Lavoro. Le dieci donne denuncianti erano state contattate in paesini rurali del Marocco mediante un'agenzia di lavoro del paese magrebino, per un contratto di tre mesi, con visto incluso. La giornata lavorativa prevista era di 6 ore, per 40 euro al giorno, con trasferimento in Spagna e successivo rientro in Marocco a carico dell'azienda contrattista, Doñana 1998 SL, dell'associazione imprenditoriale Frseshuelva. Stando alla denuncia, le donne sono state invece ammassate in baracche, in un'area recintata vicina ai campi di fragole e lontana da centri urbani, senza finestre, acqua potabile, con "cibo marcio" e costrette a mendicare da mangiare e a lavorare dodici ore, in cambio di una paga di 10 euro al giorno.
Oltre 18mila donne, tutte di nazionalità marocchina e rumena, arrivano ogni anno nella provincia di Huelva per la raccolta nelle serre, un mare bianco di plastica che copre il paesaggio andaluso, da Huelva a Palos de la Frontera, dove si producono oltre 300.000 tonnellate di fragole l'anno. Nel 2017, la Spagna ha esportato il così detto 'oro rosso' per circa 600 milioni di euro. (ANSAmed)
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