Si tratta di oltre una trentina di minori, in prevalenza di origini marocchine, costretti a trascorrere le ultime quattro notti nei locali dei commissariati dei quartieri di Sant-Montjuic, Eixample e Ciutat Vella, dormendo su panche e per terra, senza potersi fare la doccia o alimentati con i soli panini procurati loro dagli agenti, secondo le fonti dei Mossos citate oggi dai media iberici.
Il rifiuto ad accoglierli nei centri di protezione minorile è stato giustificato con gli arrivi in massa negli scorsi mesi di luglio e agosto in Catalogna, con una media di 125 a settimana, pari al doppio che nello stesso periodo del 2017, secondo le fonti. Un'emergenza che ha portato al collasso i servizi della Direzione generale di Attenzione all'infanzia e all'Adolescenza del governo regionale (Dgaia), nonostante la creazione di 230 nuovi posti nelle ultime tre settimane. Questi ultimi hanno dovuto chiedere ai commissariati di Mossos di trattenere eccezionalmente i minori, dopo l'identificazione, nell'impossibilità di trasferirli nei centri di accoglienza.
Ma ieri, l'assessorato agli Interni della Generalitat ha comunicato che i responsabili per gli Affari Sociali non potranno continuare a utilizzare i locali dei commissariati come rifugi temporanei e, da oggi, i migranti Mena dovranno essere accolti in ogni caso nelle strutture, anche se ai limiti per il sovraffollamento. "E' inaccettabile che questi bambini stiano in queste condizioni, di certo peggiori di quelle che troverebbero in qualunque struttura, per quanto stipati", denuncia un agente di polizia citato dal quotidiano La Vanguardia.
Da lunedì, decine di ragazzini stranieri fra i 10 e i 14 anni, hanno dormito negli uffici dei Mossos d'Esquadra non solo a Barcellona, ma anche nei comuni di Horta, Badalona, Santa Coloma, Premiá de Mar, Matarò, Tarragona e Girona.
Secondo la normativa europea recepita da quella spagnola, la Generalitat ha il dovere di garantire la tutela, il sostentamento e l'educazione dei minori stranieri non accompagnati in attesa che i giudici minorili si pronuncino sulla loro destinazione finale, soprattutto nell'ipotetico caso in cui siano reclamati dai propri familiari. La situazione in Spagna è divenuta insostenibile dopo lo sbarco, dall'inizio dell'anno, di oltre 10mila Mena, sulle coste iberiche, dei quali almeno 4.100 su quelle dell'Andalusia. (ANSAmed)
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