(ANSAmed) - ROMA, 14 DIC - Quattro milioni di bambini sono
nati, da quando il conflitto in Siria è iniziato. La metà dei
ragazzi siriani ha conosciuto solo la guerra. Lo rileva l'Unicef
che sottolinea come tutti i bambini siriani di 8 anni sono
cresciuti in un clima di pericolo, distruzione e morte.
"Questi bambini - ha detto la direttrice esecutiva
dell'Unicef, Henrietta Fore dopo una visita di 5 giorni in Siria
- devono poter tornare a scuola, ricevere i vaccini e sentirsi
sicuri e protetti. E noi dobbiamo provare ad aiutarli".
La rappresentante Unicef, nel corso della sua visita, si è
potuta recare in zone fino a ieri inaccessibili ed ha rilevato
come la guerra ha influito sulla vita delle famiglie e delle
comunità che qui vivono. A Douma, ad esempio, le famiglie che
erano fuggite per gli scontri stanno lentamente tornando nelle
loro case ma il rischio sono le munizioni inesplose ovunque. Dal
maggio scorso sono stati 26 i bambini feriti o uccisi in questa
zona per i resti di esplosivi della guerra.
"A Douma - ha raccontato Fore - le famiglie vivono tra le
macerie senza cibo, acqua e riscaldamento. Ci sono 20 scuole
sovrappopolate che non hanno materiale scolastico e mancano di
porte, finestre ed elettricità e il clima invernale è molto
rigido".
A causa della guerra i ragazzi hanno perso anni di scuola
tanto che l'età di chi è al primo anno di scuola varia tra i 6 e
i 17 anni. Il tasso di abbandono scolastico poi è del 29%. Per
questo l'Unicef ha messo in campo programmi per l'apprendimento
accelerato, per permettere agli studenti di recuperare gli anni
di scuola perduti. Psicologicamente poi la guerra ha creato
problemi seri ai ragazzi che "sono divenuti di giorno in giorno
più violenti", spiega l'Unicef.
"Le intimidazioni, i matrimoni precoci e tutte le altre
forme di violenza sono aumentate. I bambini e i ragazzi vedono
solo violenza intorno a loro e dunque la considerano, ormai,
come una cosa normale". "E' necessario aiutare questi bambini
e questi ragazzi - conclude l'Unicef - a voler tornare a scuola,
a tornare a giocare, a guarire". (ANSAmed).
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