Ma se gli arrivi lungo la rotta del Mediterraneo occidentale sono in aumento, quelli via terra dei migranti che scavalcano le barriere frontaliere di Ceuta e Melilla, oppure giungono in Spagna nascosti nei portabagagli di auto o doppifondi di tir imbarcati sui ferry che attraversano lo Stretto di Gibilterra sono in diminuzione. Da inizio anno sono stati 996 i migranti arrivati a Melilla, rispetto ai 1.221 dei primi due mesi e mezzo dello scorso anno (-18,4%). A Ceuta hanno avuto accesso via terra 160 persone, rispetto alle 246 dello stesso periodo dello scorso anno (-35,6%). Complessivamente, sono 6.647 i migranti arrivati in Spagna nei primi due mesi e mezzo dell'anno rispetto alle 4.396 persone giunte nello stesso periodo del 2019, pari a un aumento del 54,7%. Gli arrivi di gruppi vulnerabili alle frontiere europee, soprattutto di minori che affrontano da soli i viaggi della speranza, hanno messo in allarme le autorità spagnole e Frontex, l'agenzia europea responsabile di coordinarne la protezione. Un fenomeno che "continua a essere preoccupante", come rileva l'ultimo rapporto dell'agenzia diffuso nel febbraio scorso.
Indica che le famiglie spingono sempre più i figli minorenni a emigrare, come unica possibilità di migliorare l'economia familiare, che si deduce soprattutto dalle testimonianze dei bambini e adolescenti marocchini. Secondo i dati del ministero degli interni, rappresentano circa il 70% dei minori stranieri non accompagnati in Spagna. I ragazzi di origini marocchine approdati sulle coste spagnole nel 2018 sono stati 3mila dei 5.500 giunti in totale, secondo i dati dell'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che a sua volta registra una forte e continua pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo occidentale. (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA