(ANSAmed) - TUNISI, 06 AGO - "Attivisti tunisini e
internazionali chiedono un intervento immediato a protezione
delle 36 persone deportate al confine libico e lì bloccate in
condizioni durissime". Lo scrivono il collettivo campagna
LasciateCIEntrare, Meltingpot Europa, Progetto 20k -Carovane
migranti, in questi giorni in Tunisia per partecipare
all'iniziativa Europe Zarzis Afrique, e stamattina in presidio
davanti alla sede dell'Unhcr di Tunisi, sulle proprie pagine
facebook, in riferimento alla vicenda dei 36 ivoriani bloccati,
secondo Ong e Oim in una zona militarizzata sul confine tra
Libia e Tunisia da sabato scorso.
Attivisti tunisini e internazionali "inoltre chiedono che
l'UNHCR prenda una posizione di condanna nei confronti del
governo tunisino e le sue menzogne. Anche ieri le autorità
propagandavano fake news affermando che la deportazione non era
mai avvenuta, incolpando gli attivisti italiani per la
diffusione del video".
"Le persone deportate - proseguono - sono ancora nella zona
di frontiera con la Libia, e solo la presenza sul posto di
attivisti e le diverse forme di pressione e la risonanza
mediatica hanno fino ad ora evitato conseguenze peggiori".
"La funzionaria dell'UNHCR con cui gli attivisti hanno
parlato - si legge ancora su facebook - conferma di essere al
corrente della deportazione, ma fino a questo momento l'agenzia
dell'Onu non si è espressa formalmente non trattandosi di
richiedenti asilo. Tuttavia di fronte alla domanda della
possibilità di esercizio del diritto d'asilo in frontiera non ha
saputo rispondere. Gli attivisti ribadiscono che le persone
devono essere immediatamente riportate a Sfax, protette e
lasciate libere di scegliere dove voler vivere!". Sulla vicenda
non si sono ancora pronunciate ufficialmente le autorità
tunisine. (ANSAmed)
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