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Siria: infuria battaglia Aleppo; schiacceremo i ribelli

Allarme Onu, 200 mila in fuga, opposizione, 'no fly zone nel Nord

30 luglio, 00:19

I combattimenti ad Aleppo I combattimenti ad Aleppo

 (ANSA) - ROMA - Per il secondo giorno consecutivo la pesante offensiva dei governativi su Aleppo continua, gli elicotteri di Damasco bombardano le zone in mano ai ribelli, i morti da entrambe le parti - ma soprattutto tra i civili - sono decine, fra cui un giornalista freelance francese che collabora anche con la France Presse. La battaglia fa scorrere il sangue nella più importante città della Siria lontano dagli occhi di testimoni indipendenti, mentre da tutta l'area interessata si moltiplicano le dichiarazioni delle parti in campo che si attribuiscono, ciascuna, il successo nelle operazioni militari e non si ferma l'ondata di persone in fuga, giunta oramai a quota 200 mila. Così, mentre il governo di Bashar al Assad canta "vittoria" a Damasco e aggiunge minaccioso che i ribelli saranno schiacciati ad Aleppo, i ribelli hanno affermato di aver respinto gli assalti dell'esercito, in particolare contro il loro quartiere-roccaforte Salah ad Din. Ma hanno anche chiesto una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell'Onu per fermare "i massacri di civili che il regime - hanno detto - si prepara a compiere" e l'istituzione di 'una no fly zone' nel nord del Paese per impedire all'aeronautica militare siriana di attaccare dal cielo. La guerra di propaganda oggi ha poi coinvolto molti Paesi dell'area. In primo luogo l'Iran, dove si trova in visita il ministro degli Esteri siriano Walid Muallem. Oltre a ribadire che i ribelli "saranno senza dubbio eliminati", Muallem ha accusato "il Qatar, l'Arabia Saudita, la Turchia e altri Paesi stranieri" di aiutare gli insorti rifornendoli di armi e favorendo l'ingresso tra le loro fila di miliziani libici, tunisini, egiziani e anche iracheni. Indirettamente ha risposto l'Arabia Saudita, affermando che i siriani "non sono in grado di proteggere se stessi" ed hanno bisogno di "assistenza finanziaria e umanitaria". Mentre con la Turchia oggi ci sono state ulteriori frizioni con scontri inter-siriani nella provincia di Idlib, vicino alla frontiera turca, e con "un gran numero di terroristi" uccisi mentre cercavano - secondo l'agenzia ufficiale Sana - di entrare in territorio siriano dalla Turchia. Dal Cairo si è invece fatto vivo il segretario della Lega Araba, Nabil El Araby: ha parlato di "crimini di guerra" che si stanno compiendo in Siria, facendo però attenzione a non attribuirli a nessuna delle parti in guerra. L'agenzia di stampa egiziana Mena ha riferito che El Araby "ha descritto gli eventi in corso in Siria, in particolare nella città di Aleppo, come equiparabili a crimini di guerra. E ha rivolto un monito a chi li sta compiendo affermando che ne dovranno rispondere a livello internazionale". Nella duplice guerra combattuta con le armi e con le parole, una sola certezza: i civili presi tra due fuochi. Possono solo cercare di sottrarsi alle bombe e alle pallottole trincerandosi nelle loro case. Oppure fuggire verso la più vicina frontiera. Oggi la Giordania ha comunicato ufficialmente di aver aperto il suo primo campo profughi vicino al confine con la Siria da dove, secondo Amman, ogni giorno arrivano mille-duemila persone che vanno ad aggiungersi alle oltre 140.000 già presenti sul suo territorio. Solo negli ultimi giorni dai combattimenti di Aleppo ne sono fuggite "200mila", secondo Valerie Amos, responsabile per le operazioni umanitarie delle Nazioni Unite.(ANSA).
BA/LDN S0B QBXB

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