Questi saranno soltanto alcuni dei temi che verranno discussi a Napoli domani e giovedi' 8 febbraio nell'ambito della conferenza internazionale dal titolo ''I musei postcoloniali, la pressione della memoria e i corpi della storia''. L'incontro di studiosi si svolge nell'ambito del progetto Mela (Musei Europei in un'epoca di Migrazioni), finanziato dalla Commissione Europea attraverso il Settimo Programma Quadro. La due giorni e' stata organizzata dall'Universita' Orientale di Napoli e verra' aperta dal rettore dell'ateneo Lida Viganoni.
Per l'ateneo napoletano l'organizzazione e' stata curata da Ian Chambers, docente di studi culturali postcoloniali all'Orientale. ''Ci sono ampie porzioni della storia e della cultura di alcuni popoli - spiega ad Ansamed Chambers - che sono stati esclusi dal museo classico, come ad esempio la storia coloniale. Il museo museo nasce principalmente per narrare la nazione ma oggi deve tenere conto anche della presenza di altre storie e culture: per questo e' necessaria una riflessione su come dobbiamo rielaborare questi spazi alla luce dalle culture che sono state escluse da una certa mentalita' coloniale occidentale''. Tra i relatori attesi per la due giorni di studi, Ursula Biemann, artista, curatrice e ricercatrice dell'istituto per la Teoria dell'Arte e del Design di Zurigo; Tarek Elhaik, antropologo e curatore della San Francisco State University; Viviana Gravano, docente di arte all'Accademia di Brera; Achille Mbembe, dell'Universita' di Witwatersrand in Sudafrica.
Nella prima giornata si bterranno anche alcune tavole rotonde tra cui spicca quella organizzata da Chiara Baravalle e Giuseppe Biscottini del Politecnico di Milano, capofila del progetto Mela, sul tema ''Un Museo liquidi: l'ibridazione tre le coste del Mediterraneo'', in cui si parte dall'idea del Mediterraneo come ''archivio liquido'' di culture, per ''cercare di rappresentare - spiegano i due esponenti del Politecnico - la contaminazione di culture e di esprimere la natura aperta e molteplice del Mediterraneo, raccontando storie di popoli e le influenze culturali tra est e ovest, nord e sud. Tutte queste storie dovrebbero far parte di una collezione permanente di un museo che rappresenti la liquidita' del Mediterraneo, la sua sturuttura culturale porosa''. Ripensare i musei non e' pero' sempre facile per i ''vecchi'' musei: ''Questo dibattito - spiega Chambers - trova grande resistenza da parte dei musei che hanno una visione del loro ruolo come portatori dell'idea del passato della nazione da un solo punto di vista. Ma chi fa parte della nazione oggi in Paesi come la Francia, l'Inghilterra o, tra pochi anni, l'Italia?''. Chambers fa riferimento anche a Napoli: ''E' necessario - conclude - cercare un nuovo senso di modernita' di citta' come Napoli, anche alla luce della presenza delle altre culture.
Penso alla necessita' di riconvertire anche gli spazi quotidiani, di ripensare noi stessi alla presenza dei migranti''. (ANSAmed).