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Pasqua: Grecia, si ripetono riti e consuetudini secolari

La gente in festa nonostante il perdurare della crisi

14 aprile 2014, 15:37

Redazione ANSA

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Il rito della rottura delle uova sode colorate di rosso - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il rito della rottura delle uova sode colorate di rosso -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Il rito della rottura delle uova sode colorate di rosso - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Demetrio Manolitsakis) (ANSAmed) - ATENE - Anche quest'anno, nonostante il perdurare della crisi economica, gli ortodossi greci si preparano a festeggiare intensamente la Pasqua, da essi considerata la principale festa della Cristianità. Non a caso la chiamano anche "Lamprì" ("splendore"), a indicare la vittoria della luce sulle tenebre. Un messaggio attuale negli attuali tempi cupi.
La Settimana della Passione e la resurrezione - che quest'anno coincidono con le festività cattoliche - si festeggiano in tutto il Paese con tradizioni più o meno comuni, tra cui il digiuno (astensione dal cibarsi di carne e di quanto è di origine animale), la colorazione delle uova sode di rosso, la preparazione dell'agnello, la processione dell'Epitafios e il trasporto dalla Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme della Luce Sacra in Grecia.
Il digiuno viene rispettato per tutta la Settimana Santa, mentre in molti lo osservano per tutti i giorni della Quaresima.
In particolare il Martedì Santo e il Venerdì Santo molti non consumano nemmeno l'olio. In alcuni paesini le famiglie non apparecchiano neppure la tavola e non mangiano dolci in segno di rispetto a Gesù. E, in ricordo dell'aceto che gli dettero da bere dopo averlo crocifisso, si mangiano lenticchie condite con l'aceto. Alla colorazione delle uova sode di rosso, colore simbolo del sangue che Cristo ha versato per la salvezza degli uomini, è invece dedicato il giorno di Giovedì Santo. In tutta la Grecia si rispettano inoltre la tradizione della cottura dell'agnello allo spiedo, un uso che ha origini nella Pasqua ebraica e ricorda il sacrificio degli agnelli con il cui sangue gli ebrei tinsero per protezione le porte delle loro case la notte della fuga dall'Egitto; la processione dell'Epitafios (un velo eucaristico così chiamato perché vi è raffigurata l'immagine di Gesù) che si fa il Venerdì Santo e il trasporto dalla Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme della Luce Sacra, che tutti i greci vanno a ricevere in chiesa la notte della resurrezione dalle mani del sacerdote e portano nelle proprie case per avere la protezione del Cristo.
Ma, in quasi tutte le regioni del Paese, sopravvivono anche usanze locali che affondano le loro radici nel periodo dell'occupazione ottomana. Ad Atene le celebrazioni per la Pasqua variano molto. Negli ultimi anni, anche a causa della crisi economica, molti residenti preferiscono rimanere in città e trascorrere la giornata festiva secondo le tradizioni. Il Martedì Santo è dedicato all'ascolto della musica e degli inni bizantini. Nella chiesa di Santa Irene, sulla via Eolou, nel centro della capitale, si può ascoltare il Coro Bizantino di Atene, mentre nella chiesa della Madonna di Chrysocastriotissa a Placa, sotto l'Acropoli, i canti sono accompagnati dal suono dell'organo. Interessante anche il monastero di Ossias Filoteis, dove le monache intonano inni e preghiere della Settimana Santa, mentre il Giovedì Santo si può seguire la rappresentazione della crocifissione nel monastero di Pantocratos (Onnipotente) di Daou Pentelis, che si svolge su una collinetta artificiale che rappresenta il Golgota.

A Syros, piccola isola delle Cicladi, la Pasqua si celebra in modo speciale a causa della contemporanea presenza delle due grandi comunità cristiane: quella ortodossa e quella cattolica che festeggiano insieme. La sera di Venerdì Santo gli abitanti dell'isola seguono le processione dei due Epitaffi, quello degli ortodossi e quello dei cattolici, per le strade delle città. Gli ortodossi innalzano aste con infilzate sopra tuniche, spugne e dadi che simboleggiano la Passione di Cristo. Alla fine della processione tutti si raccolgono in preghiera nella piazza Miaoulis, nel centro della città. La mattina del Sabato Santo in tutte le chiese viene celebrata la resurrezione che, come in tutta la Grecia, anche qui viene seguita da un gran trambusto fatto all'interno della chiesa. Dopo la Messa i cattolici portano in processione la statua di Gesù su un baldacchino d'oro aperto sui quattro lati e coperto di fiori di limoni e violette mentre in cielo scoppiano i fuochi d'artificio.

Di particolare bellezza anche le celebrazioni della Pasqua nella suggestiva isola di Patmos, l'isola dell'Apocalisse, con la rappresentazione della cerimonia della lavanda dei piedi la mattina di Giovedì Santo. Nella piazza principale di Patmos, decorata di palme e fiori, il priore del monastero versa per tre volte acqua in una bacinella per bagnare il piede destro dei confratelli in ricordo del gesto di Cristo che lavò i piedi dei discepoli. Nel pomeriggio del giorno di Pasqua si legge il Vangelo e il priore distribuisce ai fedeli le uova sode tinte di rosso. Le celebrazioni si concludono il martedì successivo con la processione delle reliquie e delle icone custodite nel monastero di San Giovanni Teologo e la benedizione delle case. Con grande splendore si festeggia la Pasqua Ortodossa anche a Costantinopoli (come i greci amano chiamare Istanbul) sede del Patriarcato Ecumenico, dove tutte le chiese della città che sono chiuse per il resto dell'anno aprono i battenti per festeggiare la resurrezione. La mattina del Venerdì Santo, ortodossi, cattolici e armeni visitano sette Epitaffi nelle varie chiese della città sul Bosforo, mentre nel pomeriggio seguono la processione. Il giorno di Pasqua in molte parrocchie gli ortodossi di Constantinopoli e quelli venuti dalla Grecia si siedono allo stesso tavolo con gli amici turchi per pranzare e festeggiare tutti in allegra compagnia.(ANSAmed).

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