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Archeologia: Grecia; i tanti enigmi della tomba di Amfipolis

Il monumento funebre riportato alla luce in Macedonia

16 settembre 2014, 09:39

Redazione ANSA

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Archeologia: Grecia; i tanti enigmi della tomba di Amfipolis - RIPRODUZIONE RISERVATA

Archeologia: Grecia; i tanti enigmi della tomba di Amfipolis -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Archeologia: Grecia; i tanti enigmi della tomba di Amfipolis - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Demetrio Manolitsakis) (ANSAmed) - ATENE - Tra non poche difficoltà proseguono in Grecia i lavori degli archeologi all'interno del monumento funebre di recente riportato alla luce nella località di Kastà presso Amfipolis, nella regione settentrionale della Macedonia, e che da giorni sta suscitando numerose polemiche circa l'alto dignitario o famigliare del condottiero Alessandro Magno che potrebbe esservi stato sepolto e l'epoca della sua realizzazione. Gli esperti del gruppo di Katerina Peristeri, l'archeologa che dirige i lavori, arrivati nel secondo ambiente della tomba si trovano ora di fronte ad un terzo locale. Questa stanza è stata raggiunta attraverso un'apertura praticata nel muro che separa i due locali da un architetto e un ingegnere che dovranno lavorare per garantire l'incolumità degli operai che avranno il compito di rimuovere la terra dall'interno della tomba. Secondo gli esperti, si tratta di un importante e raro monumento funebre che per il momento, però, non si sa cosa nasconda all'interno. Gli scavi effettuati sinora non hanno fornito alcuna risposta definitiva al riguardo, per cui si avanzano molte ipotesi circa l'identità dell'inquilino della tomba. L'ipotesi che nel mausoleo sia stato sepolto Alessandro Magno è stata esclusa presto in quanto, secondo tutte le testimonianze storiche, il grande condottiero macedone fu sepolto ad Alessandria d'Egitto. "Non si tratta della tomba di Alessandro Magno perché egli è stato sepolto ad Alessandria ed è lì che il mondo intero cerca la sua tomba", ha detto senza mezzi termini Nicola Bonacasa, docente di Archeologia all'Università di Palermo, intervistato dal sito web Zougla.gr. Per quanto riguarda l'ipotesi che si tratti della sepoltura di Roxane (la principessa bactriana che fu la prima moglie del celebre condottiero), anche questa è stata presto abbandonata. Del resto Cassandro - che la uccise insieme con suo figlio Alessandro IV per salire sul trono macedone - difficilmente, secondo gli esperti, avrebbe costruito per lei un monumento così grandioso. Per quanto riguarda poi Alessandro IV, di cui si è anche parlato come probabile ospite della tomba, egli venne sepolto a Vergina.

Anche l'anno della costruzione del monumento è oggetto di discussione tra gli esperti. Qualcuno di essi sostiene che non si tratta di un'opera realizzata tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C., ma forse si tratta di un monumento di epoca romana e quindi molto successiva. Anche Enzo Lippolis, direttore della Scuola di Archeologia dell'Università di Roma, intervistato sempre da zougla.gr, ha parlato di un "eventuale poliandrio (tomba comune) in quanto non si sa niente circa il luogo dove sono stati sepolti i membri della famiglia di Cassandro". E per quanto riguarda la data dalla costruzione del monumento Lippolis ha sostenuto che "è ancora troppo presto per determinarla". Secondo quanto ha detto al quotidiano ateniese Ta Nea Olga Palaggia, docente di Archeologia classica all'Università di Atene, la tomba di Kastà è stata costruita in epoca romana e non prima del I secolo a.C. "Sculture del genere - come le sfingi e le cariatidi che vi sono state rinvenute - non si trovano nelle tombe macedoni. In Grecia le sfingi nelle tombe le incontriamo ad Atene negli anni dell'epoca arcaica ma non nel periodo classico. In epoca romana invece le troviamo non solo nelle tombe ma pure in altri monumenti perché erano anche il simbolo dell'imperatore Augusto, mentre le cariatidi erano il suo elemento decorativo preferito". Anche il prof. Bonacasa ha espresso qualche perplessità riguardo la presenza di cariatidi all'interno del monumento di Kastà. "Si tratta di una cosa curiosa - ha detto - in quanto in quel periodo comincia la nascita dei cosiddetti 'misti'. Le cariatidi non fanno parte della tradizione di quell'epoca ma nemmeno della tradizione della corte reale. Di conseguenza siamo lontani dalla storia di Alessandro Magno". A favore dell'ipotesi che la tomba di Kastà sia invece proprio macedone si è espressa Katerina Romiopoulou, direttrice onoraria delle Antichità Classiche di Salonicco. "Le pareti del monumento - ha detto a Ta Nea - sono realizzate con pietre intagliate, il tetto è fatto ad arco e al suo interno c'é un percorso in muratura che conduce a stanze rettangolari e corridoi. Per me - ha concluso Romiopoulou - quella tomba risale al IV o all'inizio del III secolo a.C.". (ANSAmed).

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