Ci sono voluti anni per ottenere questo risultato, che è stato reso possibile grazie alla creazione nel 2008 del Comitato Tecnico per il patrimonio culturale co-presieduto da un greco cipriota e da un turco cipriota. Una cooperazione che secondo il negoziatore turco cipriota Ergun Olgun - sentito dall'Ansa - andrebbe utilizzata come esempio anche sul fronte della delicata e potenzialmente esplosiva questione degli idrocarburi. Ma per ora il Comitato Tecnico per il patrimonio culturale rimane una delle pochissime storie di successo della collaborazione tra le due comunità dell'isola. In questi anni, anche grazie ai fondi dati dall'Unione europea, 4 milioni di euro, e altri 4 in arrivo, e al ruolo giocato dal Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite (Undp), le due comunità hanno costituito, con visite congiunte in tutta l'isola, una lista di oltre 2.300 siti legati al patrimonio culturale. Tra questi ne hanno designati 26 nel nord e 14 nel sud su cui intervenire. "All'inizio abbiamo scelto solo siti del patrimonio religioso" ha affermato il membro turco cipriota del Comitato Ali Tuncay. Si tratta di chiese e moschee che hanno urgente bisogno di interventi. E i lavori sono già terminati in 8 siti, 5 al nord e 3 al sud. Ma adesso il Comitato sta proponendo interventi anche su siti 'civili', come le mura di cinta delle città. "Questo tipo di intervento puo' contribuire ancora di più a unire le persone" dice Ali Tuncay che ricorda anche come "per decenni la protezione del patrimonio culturale di Cipro è stato una questione di divisione, usata in molti casi per ragioni di propaganda". L'altro aspetto positivo che Ali Tuncay sottolinea é che i lavori di restauro stanno portando alla luce opere o strutture di cui non si ricordava più l'esistenza, come l'affresco scoperto in una chiesa nel villaggio di Komi Kebir, nel nord dell'isola, o la cisterna scoperta durante i lavori sulla Torre di Otello a Famagosta.
(ANSAmed)
Riproduzione riservata © Copyright ANSA