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Libri: dialogo sull'Islam tra un padre e un figlio

Confronto che sfata miti e ribalta luoghi comuni sulle religioni

16 dicembre 2014, 10:59

Redazione ANSA

ANSACheck
(ANSAMed) - ROMA - Il volume "Dialogo sull'Islam tra un padre e un figlio" (Fazi, 250 PP. 18 Euro), nasce dalla voglia di confronto tra un padre, Alberto Tessore, agnostico, antropologo e viaggiatore, e il figlio, Dag, religioso, esperto di testi sacri e linguista, con in comune un grande desiderio di ricerca.

"Il libro non sostiene ne' una tesi, ne' due. E' un cercare insieme, un cercare socratico. E' parlare e ascoltare l'Altro per rimettere in discussione le proprie idee sulla base di quelle dell'Altro. Del resto la chiave del discorso religioso e' il dialogo", ha spiegato Dag Tessore per presentare un volume prezioso proprio per la sua struttura. E' un faccia a faccia colto e profondo su temi contemporanei e controversi che conduce nelle viscere dell'Islam, ma anche del cristianesimo e dell'ebraismo. "Nel libro io e mio padre siamo spesso in disaccordo, pur convinti entrambi che le verita' abbiano sempre tante sfaccettature - racconta Dag - Dibattiamo molto sul ruolo della donna nell'Islam, per lui inammissibile mentre io provo a difendere un'altra forma di famiglia. Oppure sulla presenza dei simboli religiosi nelle scuole, per me una ricchezza che puo' aiutare a imparare la tolleranza, per lui inaccettabile".

Il dialogo tra i due va dalla poligamia al terrorismo, si muove tra l'analisi di versetti del Corano e del Vangelo, attraversando la filosofia, la teologia, la sociologia e il vissuto personale, e offre tesi a volte provocatorie, luoghi comuni ribaltati e miti sfatati. "La parola muslim che traslitterata noi traduciamo con musulmano - ci fa sapere Dag - vuol dire "appartenente alla religione dell'Islam" ma anche "abbandonato e devoto a Dio", tanto che nel Corano vengono definiti muslim anche gli apostoli di Gesu'. E' dunque una parola ambigua, un jolly usato come si vuole". Tanti i tranelli e i fraintendimenti, dunque, in cui e' possibile cadere quando si entra nei meandri della religione.

"In questo periodo spesso si sente dire "l'Isis non rappresenta l'Islam" dai musulmani stessi che cercano di difendere la loro religione - sottolinea Dag - In realta' questa espressione e' falsa apologia. Non si dicono menzogne per difendere Dio. Tra le tante forme di Islam esiste, purtroppo, anche quella proposta dall'Isis". Il volume e' pubblicato nella collana "Campo de' fiori" diretta da Vito Mancuso.(ANSAmed).

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