(di Paola del Vecchio).
(ANSAmed) - MADRID, 12 FEB - Un grano di polline su una
macchia di sangue del Sudario di Oviedo, un drappo di lino
conservato nella Camera Santa della Cattedrale del capoluogo
delle Asturie, ha portato gli esperti ad ipotizzare che
potrebbe trattarsi di un altro lembo del lenzuolo della Sacra
Sindone di Torino. A questa affascinante prospettiva è giunto
il gruppo di ricercatori dell'Università Cattolica di Murcia
(Ucam), che sta studiando il tessuto e ha dato notizia della
scoperta in un comunicato. Secondo l'esperta del Centro Spagnolo
di Sindonologia (Edices), Marzia Boi, il grano di polline del
Sudario di Oviedo proviene da una pianta compatibile con la
specie botanica 'Helicrysum Sp', identificata sulla Sacra
Sindone, sulla quale è impressa l'impronta del volto di un uomo
flagellato come i Vangeli narrano accadde a Gesù Cristo. I
ricercatori dell'Ucam escludono si tratti di una contaminazione
successiva, dato che le tracce di polline sono addensate nelle
macchie ematiche che impregnano la reliquia di Oviedo, peraltro
dello stesso gruppo sanguigno AB di quello della Sindone di
Torino.
La scoperta è stata possibile grazie all'impiego di un
microscopio di ultima generazione, a scansione elettronica, in
dotazione della Ucam "per indagare in profondità la reliquia
della Cattedrale di Oviedo", come segnala il presidente
dell'Università Cattolica, José Luis Mendoza. E non rientra
nella linea investigativa principale dello studio, che punta a
individuare materiale biologico umano nelle tracce presenti
sulla reliquia. Tuttavia, per il capo della sezione di
Istopatolodia Forense dell'Istituto di Medicina Legale di Murcia
e direttore di Edices, Anfonso Sanchez Hermosilla, si tratta di
una ulteriore concordanza "di prim'ordine, da unire alla
crescente lista evidenziata dallo studio scientifico del Sudario
della Passione attribuito a Gesù di Nazareth". A parte il gruppo
AB sanguigno coincidente con la Sacra Sindone, le macchie di
ematiche combaciano perfettamente con quelle del Sudario
Oviedo, per cui i ricercatori propendono a ipotizzare che si
tratti di due drappi di tessuto che coprirono lo stesso volto.
L'Helicrysum è stato utilizzato durante migliaia di anni a
fini cosmetici in Medio Oriente ed era usato nelle sepolture
ebraiche durante il I secolo dell'era cristiano, per cui non è
anomala la sua presenza sui resti ematici di un tessuto usato
per avvolgere il cadavere.
Il mistero tuttavia rimane, in quanto sia la datazione al
radiocarbonio sul Sudario di Oviedo , sia quella al carbonio 14
sulla Sacra Sindone (contestate entrambe da una scuola nutrita
di studiosi) fanno risalire entrambi i tessuti all'epoca
medioevale.
(ANSAmed)
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