Di fronte a una platea di studenti universitari, nel convegno organizzato dalla Fondazione Valenzi nella sede dell'ateneo Federico II di Napoli, i rappresentati italiani dell'islam e dell'ebraismo, per un confronto, spiega la presidente della Fo dazio e Lucia Valenzi, "che approfondisca con gli studenti, i temi che oggi giorno ci piovono addosso attraverso i telegiornali, con le notizie da Parigi o da Copenaghen, o ancora dal Vicino Oriente e dalle acque del mediterraneo".
Temi come lo Stato islamico e l'immigrazione si cui, spiega Redouane, "bisogna riflettere in una prospettiva più ampia, ricordando che, in fondo, tutta la storia dell'umanità è fatta di migrazioni". E proprio alla storia ha fatto riferimento Gaetano Manfredi, rettore dell'Università Federico II: "Quando Federico di Svevia - ha detto - Fondò il nostro ateneo, esisteva una contrapposizione religiosa forte tra chiesa cattolica, mondo ebraico e mondo islamico, ma dall'altra parte c'era la visione laica propria di Federico che vedeva nell'integrazione delle diverse civiltà una grande opportunità di crescita. Oggi diamo nella stessa situazione e sappiamo che la logica della divisione porta a un arretramento, mentre la crescita culturale parte dalla comprensione della diversità".
Una comprensione in cui Napoli può giocare un ruolo forte, come evidenziato dal Rabbino capo di Napoli Umberto Piperno: "Il ruolo di Napoli rispetto al Mediterraneo - ha detto - deve essere non solo di porto, ma di porta di valori, idee di convivenza e sviluppo. Attraverso i giovani possiamo guardare non solo a passato glorioso della città ma a un futuro in cui Europa e Mediterraneo siano garanzia dello sviluppo".
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