(di Paolo Levi)
(ANSAmed) - PARIGI, 1 GIU - Mettere in salvo i capolavori del
Louvre dalle cattive condizioni di conservazione e dal rischio
di esondazione della Senna: entro il 2018 circa 230 mila opere
non esposte, attualmente conservate nei sotterranei della rue de
Rivoli, dovrebbero lasciare Parigi per raggiungere i nuovi
depositi di Lens, nel nord della Francia, dove il museo parigino
ha aperto una succursale.
"Le condizioni di conservazione nei depositi del Louvre non
sono buone", torna a dire il presidente del museo parigino,
Jean-Luc Martinez, il cui ambizioso progetto è sostenuto dal
governo socialista di Francois Hollande. "E' un'iniziativa
urgente e necessaria", afferma la ministra della Cultura, Fleur
Pellerin. Ma l'idea non piace a ricercatori ed esperti, oltre
che ai dipendenti del museo. Su internet, una petizione è quasi
a quota tremila firme, tra cui quelle di un'accanita fronda di
42 curatori sui 65 del museo.
"Le riserve sono parte delle collezioni e sono indissociabili
dai dipartimenti a cui sono legate. Se separiamo le due cose,
non potremo più effettuare ricerche", avvertono i firmatari
della petizione. La realizzazione dei nuovi maxi depositi - si
parla di 23.500 metri quadrati a Liévins, alla periferia di Léns
- costerà intorno ai 60 milioni di euro. Un trasloco senza
precedenti, ma anche una ''scelta logica'' per Jean-Luc
Martinez. Il Louvre infatti è il solo dei musei parigini sulla
Senna a non essere in grado di salvare in tempo i suoi
capolavori nel caso di una rapida e forte alluvione. Sui 14.200
metri quadri di depositi, oltre la metà (8.600) sono in una zona
che potrebbe essere raggiunta da un'inondazione.
Le simulazioni hanno dimostrato che per spostare decine di
migliaia di oggetti dal sottosuolo in altri luoghi sicuri
occorrono più di 72 ore. Il rischio non è così elevato per altri
musei, come Orsay o il Quai Branly, che si affacciano a loro
volta sul fiume. Ogni volta che nella capitale scatta
l'allarme di una possibile grande alluvione il museo deve quindi
confrontarsi con gli stessi problemi. Le opere a rischio vengono
portate negli spazi liberi ai piani superiori. Alcune sale
vengono chiuse per accogliere i capolavori in pericolo. Alla
fronda che tuona contro il trasloco, Martinez assicura che
quello di Lens non sarà solo un "deposito climatizzato" ma un
vero e proprio centro di "ricerca scientifica".
Poi l'attacco agli scansafatiche "che preferiscono premere il
bottone dell'ascensore del Louvre piuttosto che prendere un
treno", a costo di mettere a rischio le preziose collezioni. La
città ricorda la disastrosa alluvione del 1910, quando le vie di
Parigi si trasformarono in canali dove si poteva circolare solo
in barca, proprio come a Venezia. Un scenario che secondo gli
esperti potrebbe ripetersi ad ogni momento. (ANSAmed).
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