La rassegna (organizzata da Prestigia in collaborazione con Khalid El Gharib, collezionista d'arte e appassionato di storia) è un viaggio nella produzione del passato - diciassettesimo, diciottesimo e diciannovesimo secolo - grazie all'esposizione di oltre 70 capi e prodotti rarissimi: caftani (elemento irrinunciabile dell'abbigliamento per feste e cerimonie ufficiali), cinture, borse, cuscini, centrini e babucce, tutti caratterizzati da trame perfette, in cui le dimensioni non incidono perchè la bellezza è la medesima, sia che si tratti di pezzi piccolissimi, sia molto grandi, come i tendaggi arabescati. Tra i pezzi esposti, a conferma dell'universalità del ricamo, ci sono anche delle antichissime selle, che non erano quelle usate per i viaggi, ma che servivano ai proprietari per mostrare a quanto ammontava la loro ricchezza e il loro gusto per il bello.
"I mille ed un ricamo" è un omaggio ad amplissimo spettro perchè ha saputo raccogliere oggetti che sono testimonianza di storia e cultura, ma anche di come la moda, quando raccoglie consensi, spesso sfugge alla catalogazione del luogo dove nasce.
Lo conferma l'attenzione verso il ricamo marocchino di stilisti europei (come Yves Saint Laurent e Christian Lacroix) o espressione di culture lontane (come il giapponese Kenzo). Se per YSL questo amore poteva trovare una spiegazione nelle sue radici culturali (era nato ad Orano, in Algeria), in Kenzo è conseguenza dell'amore verso il bello, quale che ne sia la genesi. Il ricamo marocchino resta un prodotto assolutamente originale, anche se muta a seconda delle città dove gli artigiani hanno elaborato una loro strada nella ricerca della perfezione. Così basta andare a Fès, Tétouan, Meknès, Salé, Rabat e Marrakech per scoprire come il correre delle mani su una tela o su un pezzo di cuoio, grazie a percorsi culturali diversi, conduca immancabilmente alla perfezione.(ANSAmed).
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