(di Chiara Rancati)
PARIGI - La cattedrale gotica di Saint-Denis, la storica chiesa alle porte di Parigi che ospita le tombe degli ultimi re di Francia, potrebbe presto ritrovare il suo campanile più alto, 'smontato' nel 1846 dopo essere stato gravemente danneggiato da un fulmine e da una tempesta. O almeno così auspica un comitato di accademici, guidato dallo scrittore Erik Orsenna, secondo cui la ricostruzione della torre mancante, la cosiddetta 'Freccia', potrebbe finalmente ridare lustro a un monumento troppo spesso penalizzato dalla sua collocazione fuori dalle mura della Ville Lumière, in una cittadina di banlieue dalla reputazione non proprio lusinghiera.
"Rimontare la Freccia vorrebbe dire riportare in primo piano un prodotto di spicco - racconta al quotidiano Le Figaro un "conoscitore della vicenda" che preferisce restare anonimo - Oggi la cattedrale è completamente dimenticata dallo Stato: numerose vetrate sono rovinate, non c'è riscaldamento, nessuna sala per accogliere le scolaresche in visita pedagogica, né spazi per esposizioni temporanee. Attrarre l'attenzione sulla cattedrale permetterebbe di evidenziare questi problemi". L'idea, in realtà, non è nuova, ma a riportarla al centro del dibattito è stato il recente restauro della facciata della chiesa, concluso nei mesi scorsi, che ha riportato alla luce il bianco originario dei marmi, e permesso anche la reinstallazione dello storico orologio con lancette a forma di serpente che usa il rosone centrale come quadrante.
La proposta è rapidamente giunta all'orecchio del sindaco di Saint-Denis, il comunista Didier Paillard, che l'ha accolta con prevedibile entusiasmo: "Questa basilica fa parte della nostra storia, è iscritta nei geni di una città che si è costruita intorno ad essa - ha dichiarato alla stampa il primo cittadino - E' uno dei nostri orgoglio, ed è tempo di ridarle il suo volto originario". Decisamente meno convinti diversi esperti di conservazione e storia dell'arte, secondo cui ricostruire la Freccia vorrebbe dire realizzare un vero e proprio falso, e violare tutte le regole sul restauro fissate nel XX secolo, a cominciare dalla Carta di Venezia. "Voler fare del nuovo sull'antico è vandalismo - dice ancora a le Figaro Didier Ryckner, direttore della rivista specializzata La Tribune de l'Art - Ciò che interessa ai promotori di questo progetto non è il patrimonio in quanto tale, ma creare un'attrazione in stile Disneyland. Si tratta di spingere al sensazionalismo. Senza contare inoltre che il cantiere sfigurerebbe la basilica per molti anni". Il dibattito si è fatto talmente vivace da arrivare fino ai piani più alti dello Stato francese. La decisione finale dovrebbe infatti arrivare direttamente dall'Eliseo, che secondo i media parigini si pronuncerà a settembre, in occasione delle Giornate europee del patrimonio.(ANSAmed).
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