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Picasso e l'ispirazione, arte e tradizione a Marsiglia

Al Mucem aperta mostra-evento, 270 opere dell'artista

28 aprile 2016, 10:27

Redazione ANSA

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Picasso e l 'ispirazione, arte e tradizione a Marsiglia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Picasso e l 'ispirazione, arte e tradizione a Marsiglia -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Picasso e l 'ispirazione, arte e tradizione a Marsiglia - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Tullio Giannotti).

MARSIGLIA (FRANCIA) - Tredicimila visitatori si si sono accalcati ieri sera alle porte del MuCEM, lo spettacolare museo che si affaccia sul Vecchio Porto di Marsiglia. L'evento è di quelli che lasciano il segno, l'apertura di una mostra su opere, reperti, oggetti, arte popolare, tutto quello che ha ispirato l'arte di Pablo Picasso.
Insieme a 270 opere - alcune provenienti da collezioni private e visibili molto di rado - del grande artista spagnolo.
La mostra si intitola "Un genio senza piedistallo - Picasso e le arti e tradizioni popolari", prendendo in prestito una definizione che dell'artista diede il poeta, etnologo e critico d'arte Michel Leiris. E nelle sue sezioni ci si addentra piano piano seguendo il percorso del genio che si ispira, ripensa, rielabora e rende al pubblico tutto il suo ricordo in forma artistica. Non opere, quindi, ma piuttosto oggetti, arte primitiva o popolare, addirittura pentole di terracotta delle cucine di paese, vecchi giocattoli, bandiere strappate, tutto poteva ispirare Picasso. Viene in aiuto la scenografia ideata dall'architetto Jacques Sbriglio: sfondo dorato per le fonti di ispirazione, fondo grigio o bianco per le opere. Con lui, hanno lavorato i conservatori del MuCEM Josephine Matamoros, Bruno Gaudichon ed Emilie Girard. Si comincia con gli ex voto, i ricordi di una Spagna che - in mano alla dittatura - Picasso rifiutava di tornare a visitare.
Con il tempo, nel giovanissimo e poi maturo Picasso - artista affermato in Francia - quel ricordo divenne sacro. E l'acconciatura delle donne catalane - vietata in Francia - ispira direttamente le immagini del cubismo. Tanti dei volti di donna ritratti da Picasso indossano la mantilla o hanno l'acconciatura catalana, a cominciare da Dora Maar. Si apre poi il capitolo musica, con le chitarre e i mandolini che hanno ispirato i quadri di Picasso anche per le loro forme "femminili", quindi l'epopea del circo, con il costume di Arlecchino indossato dai bambini che diventa protagonista di tante opere. I circhi ambulanti che Picasso bambino aveva visto in Andalusia vengono ricordati dall'artista e la mostra propone proprio una di queste scene, i saltimbanchi nel villaggio (Le Cirque), piccolo straordinario quadro quasi mai esposto, proveniente da una collezione privata. Accanto, il capolavoro "Acrobata blu". Enorme lo spazio per la Tauromachia: si parte dalle corride ricordate anch'esse nelle piazze del paese, si finisce con i tori che escono vincitori e i toreri morenti. Capolavoro di questa sezione, il "Matador" del 1970, un compendio dell'opera di Picasso, per i costumi, i colori e le forme. Anche questo proveniente da collezione privata e raramente esposto. Ci sono poi le colombaie spagnole che ispirarono tante immagini di Picasso, a cominciare da quella immortale del 1950, la "Colomba della pace" diventata poi simbolo planetario. Il legno e l'artigianato popolare, le arti primitive e l'Africa, le maschere, la ceramica e l'oreficeria sono altri momenti forti di questa mostra, che si conclude con una sala dedicata agli oggetti resi immortali da Picasso (la "Testa di toro" con la sella e il manubrio di una bicicletta). Una mostra che è già appuntamento immancabile per migliaia di persone (il 13% giovani) che hanno prenotato una visita quest'estate. E che - su 1.150 metri quadri - resterà aperta fino al 28 agosto.

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