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Archeologia: necropoli Vulci, emerge nuova tomba etrusca

Soprintendente Russo, è scoperta eccezionale

08 settembre 2016, 19:53

Redazione ANSA

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Scoperta la tomba di una donna nella necropoli etrusca di Vulci - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scoperta la tomba di una donna nella necropoli etrusca di Vulci -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Scoperta la tomba di una donna nella necropoli etrusca di Vulci - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - Gli scavi nella necropoli etrusca di Vulci (Viterbo) continuano ad essere teatro di scoperte di grande rilievo archeologico e storico: l'ultima, eccezionale, è quella di una tomba di una donna, forse parente di una principessa sepolta poco distante. Gli scavi, condotti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Roma, Provincia di Viterbo e l'Etruria Meridionale in collaborazione con la Fondazione Vulci e con il contributo del Comune di Montalto di Castro, hanno portato alla scoperta nella zona detta di Poggetto Mengarelli. Si tratta dell'area dove qualche mese fa è stata rinvenuta a seguito di un intervento clandestino l'ormai famosa Tomba dello Scarabeo Dorato, nella quale era stata sepolta intorno al 700 a.C. una giovane principessa etrusca, accompagnata da un ricco corredo di gioielli di bronzo, argento, oro e ambra. Le indagini si sono concentrate a nord della Tomba dello Scarabeo Dorato, individuando ben 25 sepolture, alcune intatte altre già depredate, riferibili principalmente alla fase etrusca del VIII secolo a.C. e a quella romana repubblicana. Ed è questo il contesto nel quale è emersa l'ultima testimonianza di una figura femminile, forse imparentata con la principessa sepolta lì vicino. Sotto la lastra di chiusura in calcare bianco è stata ritrovata intatta l'urna cineraria contenente le sue ceneri insieme ad una fuseruola (disco con un foro al centro), chiaro indizio della sua attività legata alla filatura, e un set di 12 vasi, uno con decorazione dipinta a motivi geometrici di tipologia "red on white", e cinque fibule in bronzo a navicella, forse applicate ad una veste che doveva ricoprire l'urna.

"Siamo sulle tracce dei primi etruschi - ha commentato Carlo Casi direttore scientifico della Fondazione Vulci - che hanno seppellito i propri morti in quest'area". "Ci troviamo di fronte ad una eccezionale scoperta - ha sottolineato il Soprintendente Alfonsina Russo - come già dimostrano questi primi interessantissimi rinvenimenti, che ci consentirà finalmente di capire lo sviluppo topografico e strutturale della necropoli settentrionale vulcente, sciogliendo finalmente anche i numerosi dubbi che accompagnano i contesti funerari di questo periodo, spesso isolati o decontestualizzati".

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