(di Francesco Tedesco)
(ANSAmed) - NAPOLI, 11 NOV - Era tra gli scaffali di una
biblioteca privata napoletana, quella della famiglia Brodetti,
ed è rimasto a Napoli grazie ai 15.000 euro investiti
dall'Università Federico II per acquisirlo.
E' il "Trattato della pittura", manoscritto apografo del XVI
secolo che raccoglie in forma di manuale una serie di documenti
di Leonardo da Vinci sulle tecniche pittoriche e di disegno
architettonico: il libro è rimasto a Napoli nonostante facesse
gola alle case d'aste internazionali che avevano offerto cifre
ben più alte ai proprietari.
Il testo arricchisce da oggi la ricchissima biblioteca di
libri rari dell'ateneo federiciano che lo custodirà in
cassaforte, aprendolo però alla consultazione di tutti
attraverso le eccellenti scansioni sul sito dell'università
partenopea. "Il manoscritto - spiega Roberto Delle Donne,
presidente delle biblioteche di ateneo della Federico II - era
nella collezione privata della famiglia Brodetti che lo avevano
custodito da secoli, conoscendone il valore per l'antichità del
testo ma non del tutto consapevole della tradizione leonardiana,
che è stata messa in luce da Angela Cerasuolo, studiosa del
Museo di Capodimonte e poi approfondita anche da Carlo Pedretti,
storico dell'arte tra i maggiori esperti del da Vinci".
Sul manoscritto avevano subito posato gli occhi le case
d'aste, tanto che Sotheby's aveva fatto un'offerta alla famiglia
più alta di quella dell'ateneo napoletano: il trattato a Londra
avrebbe raggiunto infatti all'asta almeno la cifra di 30.000
sterline, circa 35.000 euro. "C'era il pericolo - conferma il
rettore Gaetano Manfredi - che potesse finire all'estero, per
questo abbiamo deciso di fare un piccolo sacrificio per
conservare questo patrimonio a Napoli, grazie anche alla
sensibilità dei proprietari che volevano che questo patrimonio
restasse a Napoli. Il ruolo dell'università non è solo quello di
portare avanti studi e ricerche ma di dare anche un contributo
concreto in difesa della nostra città e della nostra regione".
E scorrendo le pagine del trattato c'è tutto il mondo del da
Vinci, ricostruito da Francesco Melzi, il suo allievo
prediletto, che seguì il maestro anche in Francia. Interessante
è la parte testuale, ma, rispetto ad altri apografi, è
ricchissima la parte iconografica: "Ci sono - spiega Alfredo
Buccaro, direttore del centro di ricerca sull'iconografia delle
città europee - gli studi di Leonardo sulla rappresentazione
della figura umana, dell'architettura e del paesaggio ma anche
molti approfondimenti di ottica e di prospettiva. Il Melzi
compilò una sorta di manuale, che venne poi pubblicato in
Francia nel 1651 e per la seconda volta proprio a Napoli nel
1733". E a Napoli è rimasto anche il manoscritto, che
rappresenta una svolta in una città ferita dal punto di vista
dei bibliofili: "Anche per questo - sottolinea il prorettore
della Federico II Arturo De Vivo - oggi è un giorno importante
in una città che di recente ha visto tanti libri andare via in
maniera drammatica, come accaduto nella vicenda dei Girolamini
che resta una ferita per tutti. La tutela del patrimonio
culturale non è solo uno slogan ma in questo caso diventa un è
segno tangibile che questa città e la sua università sono
attente a conservare il patrimonio".(ANSAmed).
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