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Pitigliani Kolno'a Festival, Ebraismo e Israele al cinema

Festival torna a Roma, dal 19 al 24 novembre

15 novembre 2016, 21:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSAmed) - ROMA, 15 NOV - Torna dal 19 al 24 novembre 2016 - a ingresso gratuito fino a esaurimento posti - alla Casa del Cinema di Roma e al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani (Via Arco de' Tolomei, 1) il Pitigliani Kolno'a Festival, Ebraismo e Israele nel cinema. L'inaugurazione, il 19 sera, si terrà per la prima volta al MAXXI. Il festival, giunto alla sua undicesima edizione, prodotto dal Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani, è diretto da Ariela Piattelli e Dan Muggia.

Invariate le sezioni del festival, dallo Sguardo sul nuovo cinema israeliano, ai Percorsi ebraici, cui si aggiunge l'omaggio del PKF dedicato alla regista e attrice Ronit Elkabetz, morta lo scorso aprile. Ricca la selezione della sezione Sguardo sul nuovo cinema israeliano. One week and a day, film che, in anteprima italiana, apre il festival, opera prima di Asaph Polonsky, che affronta il soggetto della morte e del lutto in chiave umoristica, già vincitore del premio per il Miglior Film Israeliano al Festival di Gerusalemme. Il film, che sarà distribuito in sala in Italia da Parthenos, sarà presentato in entrambe le proiezioni dall'attrice protagonista Evgenia Dodina (The attack; Made in Israel; Love & Dance), che ha lavorato in più di una occasione con Ronit Elkabetz. Già al Festival di Cannes 2015 e vincitore del Gran Premio al Festival del cinema di Haifa, arriva al PKF Afterthought, di Elad Keidan, commedia esistenziale ambientata proprio ad Haifa, dove le infinite scalinate della montagna guidano i destini degli abitanti della città. Quindi, Mr. GAGA anima e corpo di un genio della danza, di Tomer Heymann, la storia di Ohad Naharin, nato e cresciuto in un kibbutz, uno dei coreografi più importanti e innovativi al mondo. Presenting Princess Shaw, di Ido Haar, è invece la storia di Samantha Montgomery, cantautrice americana dal passato difficile, dotata di una splendida voce e di un enorme talento compositivo, che su un canale YouTube, con il nome di Princess Shaw, posta confessioni personali e performance musicali. Due i film che affrontano le tematiche gay, dalla commedia tutta colori e musica di Cupcakes, di Eytan Fox, definito l'Almodovar israeliano a Barash, opera prima di Michal Vinick, già presentato in centinaia di festival in tutto il mondo. Quindi, Tikkun, di Avishai Sivan, film vincitore del Primo Premio al Festival di Gerusalemme e del Premio Speciale della Giuria a Locarno, la vita di un giovane ultra-ortodosso sconvolta da un incidente automobilistico. Anche documentari in questa sezione, con Never turn your back on Sparks, di Pini Schatz, che sarà presente alla proiezione, che, in chiave di commedia musicale, racconta gli Sparks, gruppo pop americano. Altro documentario, Twilight of life, di Sylvain Biegeleisen, che racconta, con l'ausilio del bianco e nero e delle canzoni di Jacques Brel, la madre 95enne del regista, affrontandone l'inevitabile addio senza funebri sentimentalismi.

La sezione Percorsi ebraici presenta una variegata e ricca selezione di film, due dei quali raccontano la Shoa con un nuovo stile e approccio. A partire da Il labirinto del silenzio, di Giulio Ricciarelli, film scelto dalla Germania per concorrere ai Premi Oscar come Miglior Film Straniero. Due le proiezioni al PKF, realizzate in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoah, per un film che racconta, per la prima volta e attraverso la ricostruzione della 'macchina della morte', la progressiva presa di coscienza della società tedesca dei crimini nazisti.

Altro film di punta della sezione e del festival, Un appuntamento per la sposa, scritto e diretto da Rama Burshtein, già regista de La sposa promessa, che sarà distribuito in Italia da Cinema, incentrato sulla storia di una donna religiosa (interpretata da Noa Keller, premiata come Miglior Attrice Protagonista dall'Accademia Israeliana e al Festival del cinema di Haifa) che prende la forma della commedia romantica di stampo americano, ambientata nel mondo ortodosso israeliano. Quindi, Il figlio di Saul, di Làszlò Nemes, film vincitore del Premio Oscar 2016 come Miglior Film Straniero e del Golden Globe 2016.

Due i documentari della sezione. Il primo, in anteprima romana, Il Ghetto di Venezia - 500 anni di vita, di Emanuela Giordano, che sarà presente al festival (proiezioni domenica 20 ore 12 e lunedì 21 novembre ore 21). Quindi, Hummus! The movie, di Oren Rosenfeld, che chiuderà il festival con la proiezione di giovedì 24 novembre presso il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani, cui seguirà una degustazione di hummus. Infine, il cortometraggio The little dictator, di Nurith Cohn, vincitore del Gran Premio "nello Spirito della Fede" all'ultima edizione del Religion Today Film Festival di Trento. (ANSAmed).

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