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Padiglione Tunisia a Biennale Venezia, focus su migranti

Il 13 maggio con performance 'The absence of paths'

06 aprile 2017, 10:39

Redazione ANSA

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Il logo del Padiglione Tunisia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il logo del Padiglione Tunisia -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Il logo del Padiglione Tunisia - RIPRODUZIONE RISERVATA

TUNISI - La Tunisia sarà per la prima volta presente alla 57ma Biennale di Venezia che apre al pubblico il 13 maggio con la performance 'The Absence of Paths' curata dalla Fondazione Kamel Lazaar. Una partecipazione sostenuta fortemente dal ministero della Cultura tunisino ed incentrata sul tema delle migrazioni in tutte le sue declinazioni. La presentazione è stata fatta al porto de La Goulette di Tunisi, alla presenza dell'ambasciatore d'Italia, Raimondo De Cardona, il quale ha voluto sottolineare come arte e cultura possano interpretare questo tema delicato e fungere al contempo da collante tra i popoli. Il padiglione della Tunisia a Venezia sarà particolare, distante dallo spazio classico con le opere degli artisti esposte, e prenderà piuttosto le sembianze di un'azione simbolica e interattiva che fungerà da volano all'avvio di una riflessione sul tema delle frontiere e a mettere in evidenza lo spirito stesso della Biennale, basato sull'assenza delle frontiere, ha spiegato la curatrice del padiglione, Lina Lazaar, della Fondazione omonima. La stessa nozione di territorio verrà messa in discussione grazie alla performance 'The Absence of Paths' che attraverso tre punti simbolici e ad una piattaforma web on line dedicata permetterà ai visitatori della Biennale di immaginare una nazione migrante. Questa piattaforma verrà costantemente arricchita da contributi vari da parte degli artisti durante tutto il periodo della Biennale per dar vita alla fine ad un' opera che raccoglierà le opere più rilevanti. "Partendo dalla constatazione che la Tunisia è una terra di migrazioni storicamente e anche ora, si tratta per noi di far riflettere il pubblico di Venezia sull'abolizione delle frontiere geografiche e culturali, di denunciare l'intolleranza e la diffidenza nell'Altro, che sono oggi alla base del fenomeno migratorio, di far riflettere sul modo di spostarsi e sui cammini che li portano attraverso il mondo, di dare la voglia di appartenere ad una comunità umana che ridisegna in altro modo le frontiere ridefinendone i contorni", si legge nella presentazione del padiglione. (ANSAmed).

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