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Pompei: scoperta tomba che descrive rissa tra gladiatori

Da epigrafe dettagli su "giallo" 2000 anni fa evocato da Tacito

27 luglio 2017, 12:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSAmed) - NAPOLI, 27 LUG - Una rissa tra gladiatori finita in tragedia, narrata da Tacito, e un personaggio misterioso che probabilmente morì proprio in quell'evento. E' un giallo della Pompei di duemila anni fa quello che emerge dalla scoperta di una tomba monumentale in marmo con la più lunga epigrafe funeraria finora ritrovata.

Lo scavo era connesso alla ristrutturazione degli edifici demaniali previsti dal Grande progetto Pompei, nell'area di San Paolino, nei pressi di Porta Stabia, uno degli accessi all'antica città. La lapide funebre venne realizzata poco prima dell'eruzione che distrusse Pompei nel 69 a.C. ed è stata presentata oggi nell'area archeologica. L'iscrizione è lunga più di 4 metri con sette registri narrativi, e, pur non recando il nome del defunto, riporta in maniera dettagliata le tappe fondamentali della vita dell'uomo lì sepolto, dall'acquisizione della toga virile alle nozze, e descrive le attività munifiche che accompagnarono tali eventi come banchetti pubblici, elargizioni liberali, organizzazione di giochi gladiatori e combattimenti con belve feroci.

La nuova tomba monumentale di Porta Stabia riporta infatti, come testimoniano gli studi di Massimo Osanna, archeologo e direttore generale del sito di Pompei, l'elogio del defunto e momenti importanti della sua biografia, compresa la sua nomina a duoviro. "Grazie alla citazione di eventi topici della vita del defunto - si legge nella nota di Osanna - apprendiamo dati importantissimi sulla storia pompeiana anche con riferimenti al famoso episodio narrato da Tacito, avvenuto a Pompei nel 59 d.C., quando durante uno spettacolo gladiatorio scoppiò nell'anfiteatro una rissa che degenerò in uno scontro armato.

L'evento richiamò l'attenzione dell'imperatore Nerone che da Roma incaricò il senato di indagare sul fatto. A seguito delle indagini dei consoli, come riporta Tacito, ai pompeiani fu vietato di organizzare altre manifestazioni gladiatorie per 10 anni; le associazioni illegali furono sciolte; l'organizzatore dei giochi, l'ex senatore di Roma Livineio Regulo, e quanti avevano istigato il fatto furono esiliati. La nostra iscrizione completa le informazioni di Tacito, e fa riferimento per la prima volta all'esilio che avrebbe colpito addirittura i due sommi magistrati in carica, ossia i duoviri della città. L'iscrizione fornisce dunque dati inediti su un momento importante della storia politica e istituzionale di Pompei, restituendo lo scenario di un torbido intrigo solo adombrato da Tacito".

La scoperta dell'epigrafe permette agli archeologi anche di ri-contestualizzare un reperto importante finito al Museo Archeologico di Napoli alla metà del XIX secolo, di cui finora non si era individuato il contesto di provenienza: la tipologia del monumento e il contenuto dell'epigrafe avvalorano infatti l'ipotesi che il monumento potesse essere completato dal famoso bassorilievo marmoreo (con scene di processione, combattimenti gladiatori e venationes), attualmente conservato a Napoli.

(ANSAmed).

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