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Cinema: Baccar a Medfilm, Tunisia si fa bella per Occidente

Regista Tunis by Night, società smarrita e depressa dopo 2011

13 novembre 2017, 13:32

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Cristiana Missori)

ROMA - Dietro all'aura di Paese esemplare, capofila delle cosiddette rivolte arabe, la Tunisia di oggi è ben lontano dal modello che propina all'opinione pubblica. ''Utilizza il trucco per farsi bella agli occhi dell'Occidente e agli occhi dei suoi cittadini, ma dietro le quinte le cose stanno in un altro modo, perché di pulizia ce ne è ancora molta da fare''. Parola di Elyies Baccar, regista tunisino che ieri sera al pubblico del Medfilm Festival di Roma (fino al 18 novembre) ha presentato il suo secondo lungometraggio, Tunis by Night. Ai fatti del 14 gennaio 2011 che hanno portato alla caduta di Ben Ali, Baccar ha dedicato i suoi ultimi tre lavori.

''Dall'euforia e dalla speranza che in principio si respiravano in Tunisia, si è passati alla sensazione di smarrimento dovuta alla perdita di punti di riferimento per la società'', racconta.

Oggi, dice, della rivoluzione non se ne parla praticamente più e anche pronunciare la parola mette quasi a disagio''. Indubbiamente, ''degli 'acquis' ve ne sono. In particolare la consapevolezza della società civile''. I risultati sperati, però, non ci sono stati. ''Non credo si tratti di tempo, è l'approccio che è sbagliato. E' l'assenza di una visione politica e sociale che ha portato il Paese a scivolare lentamente in questa sorta di depressione, di baratro economico in cui ci troviamo''. Tunis by Night è ambientato all'alba della rivoluzione. Narra la vicenda di Youssef, che dopo circa un ventennio passato lavorando per l'emittente radio di Stato, sta per andare in pensione. La moglie, Amal, dopo un'operazione di rimozione del seno, cerca rifugio nella preghiera. I loro due figli appartengono a due universi opposti: Aziza vive tra musica e alcol in un ambiente hard rock-punk. Amin, invece, molto conservatore, cerca in ogni modo di riportare la sorella sulla retta via.

''Rappresentano le due anime che albergano in noi'', in bilico tra conservatorismo e modernità. Ancora oggi in Tunisia ''non ci siamo messi d'accordo sui valori di base che vogliamo portare avanti insieme. Su che tipo di società vogliamo. Se vogliamo mettere la religione al primo posto, o l'istruzione, o la salute. O viceversa''. In verità, ''non siamo d'accordo su nulla e non abbiamo una strategia comune''. Per questo motivo ''non stiamo andando e non andremo, a mio parere, da nessuna parte''. Tunis by night, che è anche il titolo del programma radiofonico di Yussef, parla a una Tunisi notturna e nottambula.

Di notte, racconta Baccal, ''Tunisi è una città che vuole mascherare le sue bruttezze grazie alla poca illuminazione delle sue strade, che pare calma, misteriosa, riservata''. Le notti della capitale sono però anche ''piene di vita. Molte cose succedono al calar del sole nelle case, nei luoghi chiusi, nei locali e in quegli spazi alternativi che consentono ai giovani che non hanno molti soldi di divertirsi ugualmente''.

Droga e alcol girano a Tunisi come ovunque nel mondo. Aziza ne fa ampio uso. ''Incarna una certa parte della gioventù femminile tunisina'', spiega il regista quarantaseienne, che alle donne tunisine ha dedicato il suo ultimo documentario, Lost in Tunisia. ''Le donne di questo Paese - conclude - continuano a lottare per i loro diritti. Le pressioni sono ancora molto forti. L'unico strumento per combattere una certa mentalità è la cultura''. (ANSAmed).

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