Dopo quasi 20 anni di lavori, polemiche per i ritardi e un investimento di 27 milioni di euro rispetto ai 18 inizialmente previsti, finanziato dalla Giunta dell'Andalusia e dalla Ue, il Museo offre un itinerario unico attraverso la storia della cultura dei popoli iberici. Stria che si estese dal VI secolo a.C. fino alla dominazione romana, dal fiume Guadalquivir, al sud della penisola iberica, fino al sud della Francia.
Su una superficie di 11.152 metri quadri, il museo ospita oltre 3.500 pezzi e reperti archeologici recuperati nella provincia di Jaen, dove si trovano 550 giacimenti iberici, il più alto numero in Spagna, e dove l'Università si è specializzata nello studio di questa cultura autoctona della penisola.
"Il museo iberico è una novità assoluta, perché non ce ne sono altri dedicati a spiegare questa cultura in un solo luogo", ha spiegato Arturo Ruiz, ex direttore dell'Istituto Universitario in Investigazione archeologica iberica, citato da El Pais.
Ruiz è anche il curatore della prima esposizione con la quale l'istituzione museale apre le porte: "La dama, il principe, l'eroe e la dea", che propone un racconto archeologico sul popolo che ha dato il nome alla penisola iberica, con un focus sul ruolo di protagonista della donna. (ANSAmed).
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