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Fellini e Picasso, due geni del '900 dialogano a Malaga

Sensibilità e ossessioni comuni in una mostra fino al 13 maggio

12 febbraio 2018, 19:44

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Paola Del Vecchio)

MADRID - L'universo felliniano approda al Museo Picasso di Malaga con l'esposizione 'E Fellini sognò Picasso', che fino al prossimo 13 maggio mette a confronto sensibilità e ossessioni comuni dei due giganti del Novecento.

Dipinti, grafiche, sculture dell'autore di Guernica, accanto a fotografie, spezzoni di film, scritti e i tanti disegni di Fellini, nell'itinerario curato dalla storica dell'arte Audry Norcia, organizzato in collaborazione con la Fundación Almine y Berard Ruiz-Picasso e coprodotta con La cinémathèque française, che ospiterà la mostra dall'aprile del 2019 a Parigi. "Il percorso vuole esplorare la prossimità iconografica che esiste fra i film di Fellini e le opere di Picasso", ha spiegato il direttore del Museo di Malaga, José Lebrero Salt, nella presentazione. "E si sviluppa intorno ai temi cruciali della trasgressione, la sessualità, l'esaltazione della vita, l'esuberanza e la metamorfosi", ha aggiunto. Fellini sognò quattro volte Pablo Picasso e annotò le visioni oniriche nel 'Libro dei Sogni' in cui, a modo di antologia dell'inconscio, su indicazione del suo psicoanalista Ernst Bernhardt, collezionò fra il 1960 e il 1990 un'ampia galleria di personaggi e fantasie, che sono il germe dei suoi film. Nel primo incontro notturno con Picasso, l'autore della Dolce Vita e di Amarcord "attraversava un periodo di grave depressione e insicurezza", ha ricordato la curatrice, Audry Norcia. E ne lasciò costanza, il 22 gennaio 1962, in una vignetta dai colori vivaci che lo ritraeva con la moglie Giulietta Masina seduto a tavola con Pablo Picasso, in ciabatte e pantaloncini, in una cucina "piena di cibo, di quadri e di colori".

"Picasso rappresenta per me l'eterna rincarnazione dell'archetipo della creatività propria, senza altro movente che se stessa, impetuosa, indiscutibile, allegra", ricordava il regista in 'Fellini on Fellini'.

Cinque anni più tardi, nel 1967, il regista di 'Otto e ½ 'sogna di nuovo l'artista di Malaga come "un amico, un padre e un maestro". "Tutta la notte con Picasso, che mi parlava, mi parlava… Eravamo molto amici, mi mostrava grande affetto, come un fratello maggiore, un padre artistico, un collega che mi pone alla sua altezza, uno di famiglia, della stessa casta…", annota nel suo 'Libro dei sogni. Infine, nel luglio 1980, una nuova visita dell'autore di Guernica, venuto a confortarlo in sonno quando Fellini è scosso dalla perdita dell'amico fraterno Nino Rota e assediato dalle contestazioni sul set de La città delle donne. "Sogno Picasso (un po' più dimagrito, consunto, ma ancora molto vitale) che mi parla senza sosta", appunta. "Non ti distrarre" lo esorta il pittore.

Nella realtà le due icone dell'arte non arrivarono a conoscersi personalmente, pur avendo conciso al Festival di Cannes, nel 1957, nella gala di premiazione in cui Fellini trionfò con 'Le notti di Cabiria", con Jean Cocteau - amico di Picasso - come presidente della giuria. "Questa mostra propizia un dialogo ideale - ha osservato la Norcia - ed evidenzia le coincidenze vitali e creative dei due artisti che più hanno influenzato il proprio tempo". Al di là del riferimento esplicito che fa Fellini all'opera di Picasso nei film 'Il bidone' (1955) La dolce vita' (1960), è in 'Satyricon' dove manifesta il suo tributo al malagueño. Una sezione della mostra segue infatti il filo conduttore dell'interesse manifestato da entrambi per il mondo antico, soprattutto nella figura del minotauro, ricorrente alter ego di Picasso e impiegato dal regista nella pellicola del 1969, liberamente ispirata al Satiricon di Petronio, ha rilevato la curatrice. "Scena mitologica (variazioni su La morte di Procris') di Picasso (1938) è uno dei pezzi forti della sezione, che propone anche disegni di Fellini sul mito di Casanova.

Le influenze iconografiche sono anche più evidenti nella parte dedicata alle donne nelle opere dei due creatori, rappresentate come figure divine, terribili e sublimi, delicatamente sensuali o profondamente carnali. E, infine, una sezione dedicata al circo che, per Fellini come per Picasso, è uno spazio di interazione con la cultura popolare, "un universo irriverente dove la sopresa, l'ironia, la menzogna e la trasformazione si incarna in acrobati, arlecchini e pulcinella". La mostra è completata da un film documentario realizzato dal regista Isaki Lacuesta con spezzoni di film del cineasta riminese, che approfondisce i suoi vincoli con Picasso. 

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