(ANSAmed) - RABAT, 22 FEB - L'Africa cerca se stessa e si
riconosce nello specchio dell'arte. A Marrakech, più di 50
artisti, tra famosi e sconosciuti, alzano la voce sui temi della
più scottante attualità: decolonizzazione, migrazioni,
conflitti, identità. '1:54 - La Fiera dell'arte contemporanea
africana', in programma il 24 e 25 febbraio a La Mamounia e
nelle principali gallerie della città, scopre i nervi di un
continente in continua tensione.
I numeri del titolo spiegano il rapporto dei 54 Paesi con le
radici e tentano anche di raccontare la diaspora dei figli. "Per
la prima volta, dopo le tappe di Londra e New York la Fiera è a
casa - spiega l'ideatrice e direttrice Taouria El Glaoui - e
siamo orgogliosi della lista di partecipanti. Questa è
l'edizione che riporta tutti alle origini, nella città che
diventa di anno in anno laboratorio di cultura e fucina di
talenti". Con 17 gallerie di ogni parte del mondo, tra cui le
italiane Officine dell'immagine, Primo Marella gallery e Voice
Gallery, la Fiera di Marrakech è sicuramente una vetrina golosa
per gli appassionati del settore, ma ha anche l'ambizione di
andare oltre la frontiera del mercato d'arte. In accordo con i
centri di cultura della città, principalmente il MACAAL (museo
d'arte contemporanea africana Al Maden), il Museo Yves Saint
Laurent e la Fondation Montresso*, vorrebbe "contribuire allo
sviluppo e al sostegno dell'energia creativa di Marrakech,
promossa da artisti, istituzioni e privati".
Un programma di incontri e dibattiti, '1:54 Forum',
accompagna le due giornate di esposizione. "Diciamo spesso che
le colonizzazioni hanno messo delle nubi tra noi e gli altri -
spiega Omar Berrada, scrittore, curatore degli incontri - Ecco,
decolonizzare vuol dire fare chiarezza, riportare la luce su di
noi, per costruire un avvenire che sia oltre i traumi della
storia e le divisioni di frontiera". (ANSAmed).
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